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Dal PD ok al Piano Strategico ma di eccellenze: non bastano politici e parti sociali

L’invito alla coesione e al superamento delle appartenenze invocati dalla nostra Sindaca e Presidente della Provincia ci vede oltre che concordi anche impegnati e credibili nel praticarlo, tanto da indurci a intervenire pubblicamente solo quando questo patto tra gentiluomini non scritto ci è sembrato in pericolo.

Per questo ribadiamo con franchezza, nella speranza di non essere ancora fraintesi o strumentalizzati, che per uscire da questa straordinaria emergenza occorra una strategia altrettanto straordinaria.

Ci riferiamo nello specifico alle due iniziative annunciate da Patrizia Barbieri: il cosiddetto tavolo del lavoro e la cabina di regia politica. Secondo noi si tratta di buoni spunti, necessari ma non sufficienti.

Certo la responsabilità delle scelte deve rimanere in capo alla politica attraverso le istituzioni, ma queste devono avere l’umiltà e il coraggio di saper mobilitare il meglio delle competenze e degli strumenti  di cui il territorio dispone o che è in grado di intercettare altrove.

Dobbiamo renderci conto che occorre metter mano con rapidità a un grande piano per ricostruire dalle fondamenta un sistema provato nelle sue funzioni vitali, quali la salute, il lavoro, lo stato sociale.

Abbiamo già scritto della nostra proposta per un “new deal” incentrato sulle peculiarità del territorio piacentino. Occorre una lucida capacità di analisi e di visione.

Bene dichiarare la consapevolezza che nulla sarà come prima, a patto di decidere in fretta e condizionare come e in quanto tempo pensiamo di realizzare il nostro futuro.

Le risorse che potranno confluire su Piacenza grazie alla Regione, al Governo e all’Unione europea dovranno essere capitalizzate in ogni centesimo per dare vita a progetti cuciti su misura per casa nostra.

Non limitiamoci a politici e imprenditori. Cerchiamo questa volta un respiro davvero ampio, un salto di qualità convinto, grazie al quale provare a reclutare tutte le competenze più qualificate, legate per diverse ragioni alla nostra Provincia: donne, uomini e istituzioni attivi nei campi più diversi che sarebbero sicuramente onorati di darci una mano in nome di un comune sentire, di comuni radici, della sofferenza condivisa di questi mesi.

Agiamo in fretta. Le buone intenzioni le abbiamo già dichiarate tutti in modo fin troppo rumoroso.

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