Il Prefetto di Piacenza, Daniela Lupo, in occasione della ricorrenza della “Giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo a scuola”, che si svolgerà domani, domenica 7 febbraio, dedicata ad azioni di sensibilizzazione rivolte agli studenti e a tutta la comunità, esorta «a porre l’attenzione su tali fenomeni che, originati dalla stessa attitudine, sono diversi nelle modalità ma anche nella pericolosità sociale».
Il bullismo, specialmente in ambito scolastico, attira più facilmente l’attenzione dei docenti e degli altri operatori, il cyberbullismo segue percorsi social difficilmente presidiabili sia dalle famiglie che dalla scuola, durante il loro svolgimento.
Entrambi sono basati sulla persecuzione, sulla ripetizione ossessiva di atti che umiliano la persona, praticati da personalità fortemente insicure, al fine di trarne una rassicurazione del loro potere sugli altri.
Chi assiste e, specialmente nel cyberbullismo, diventa partecipante attivo, è animato dall’emulazione dei soggetti che appaiono dominanti e popolari, ma anche dal timore di diventarne vittime a loro volta.
Il sempre maggiore ricorso all’uso di strumenti social consente ai cyberbulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandoli con messaggi, immagini, video offensivi.
Il Prefetto sottolinea che «In questo quadro, si rivela essenziale l’azione educativa delle famiglie e della scuola, unico strumento per strutturare ragazze e ragazzi in grado di convivere serenamente l’incontro/scontro con i coetanei, riconoscendo nell’altro da sé le stesse paure, insicurezze, bisogno di affettività che si portano dentro».
Ma per allevare i ragazzi ci vuole un villaggio, secondo il noto detto africano, la famiglia e la scuola hanno bisogno anche del supporto dell’intera comunità.
Sul territorio tantissime le iniziative che sono attive nei luoghi di ritrovo dei ragazzi e che operano per mettere al centro la tutela dei minori in un’ottica di informazione, prevenzione, formazione ed inclusione; per contribuire in modo costruttivo alla definizione di percorsi di consapevolezza e responsabilizzazione.
Proprio in quest’ottica, è in fase di rinnovo il protocollo sul Disagio Giovanile sottoscritto in Prefettura il 6 novembre 2018 e che insieme alla Prefettura vede cooperare, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Ufficio Scolastico Provinciale di Piacenza, A.U.S.L. di Piacenza, AGE Associazione Italiana Genitori sedi di Carpaneto Piacentino e Fiorenzuola d’Arda, Movimento dei Genitori (Moige) e Associazione Genitori Piacenza 4 per la creazione di un modello operativo innovativo di dialogo intergenerazionale ed inter-istituzionale per la prevenzione strutturale delle forme di disagio giovanile.
Questo strumento vede contemporaneamente i ragazzi destinatari dell’azione educativa e protagonisti di un racconto personale e collettivo, che combatta l’emarginazione dei più deboli.
E come ricordato dal sindaco di Piacenza nonché presidente della Provincia «la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo è l’occasione per accendere i riflettori su un fenomeno che trova i migliori alleati, purtroppo, proprio nel silenzio e nella solitudine, che questi mesi di inevitabili restrizioni possono aver acuito. Per questo, è preziosa ogni opportunità di coinvolgere la società civile e il mondo della scuola in una riflessione sul rispetto e sulla necessità di non restare mai indifferenti alle prevaricazioni e agli abusi, anche quando non ci colpiscono direttamente. è un messaggio rivolto in primo luogo ai giovani, senza dimenticare la responsabilità che noi adulti condividiamo nei loro confronti, nel fornire un modello di relazione fondata sull’ascolto, sulla reciprocità, sulla sensibilità nel cogliere e difendere le fragilità che possiamo intravedere negli altri. Per prevenire e contrastare il bullismo, non basta reagire con allarme ai dati che ogni anno vengono diffusi: siamo tutti chiamati a rispondere del nostro ruolo educativo. Perché nessuno debba avere paura di chiedere aiuto. Perché nessuno possa essere indotto a pensare che la prepotenza è un segno di forza, o che sia accettabile violare la dignità di un coetaneo. Perché si capisca sempre e comunque che anche le parole hanno un peso e possono ferire, al pari di un comportamento aggressivo. Chiediamoci, in questa giornata così significativa, qual è l’esempio che ognuno di noi vuole dare. Soppesiamo, insieme a bambini e ragazzi, il valore di un like e quello di un’amicizia nella vita reale. Diamo importanza alla gentilezza, insegnando che non è mai indice di debolezza. È nella quotidianità dei nostri gesti e delle nostre attitudini, che comincia il nostro no al bullismo».
Il questore, Filippo Guglielmino, inoltre ricorda che, in base alla legge 71/2017 – che contrasta appunto tale tipo di fenomeno imponendo anche specifiche responsabilità in capo agli insegnanti ed ai direttori didattici al fine di segnalare alle autorità di polizia specifici episodi che si possano registrare – determinate ipotesi di condotta costituiscono una vera e propria fattispecie di reato, sanzionate penalmente.
In particolare si possono elencare nell’ambito del Cyberbullismo quattro specifiche ipotesi:
– Diffamazione online
– Minacce e molestie tramite social network
– Furto di identità
In base all’attività di competenza della polizia postale e delle comunicazioni nell’ambito della Provincia di Piacenza, nel decorso anno 2020, sono stati denunciati 35 episodi di diffamazione, rispettivamente da parte di 5 minorenni e 30 maggiorenni, 12 episodi di minacce, 4 molestie, 42 furti di identità e due casi di “revenge porn”. Si stima comunque che il dato ufficiale possano sottendere un numero “oscuro” di reati maggiore, data la ritrosia comunque tuttora diffusa a denunciare tali fatti.
A tal proposito ha precisato che è sempre la medesima L. 71/2017 a prevedere la possibilità da parte del Questore di adottare la misura di prevenzione dell’ammonimento (come già previsto nei casi di c.d. “stalking”) anche nei confronti di minorenni tra i 14 e di 18 anni, anche se non sia stata presentata specifica denuncia penale da inoltrare alla competente Autorità Giudiziaria.
La finalità di tale provvedimento è quella di prevenire, in maniera incisiva, ma senza il ricorso ad un procedimento penale, la reiterazione di tale condotte purtroppo insidiose ed ancora diffuse in particolare tra gli adolescenti
Il comandante provinciale dei carabinieri, col. Paolo Abrate rende noto che il contributo del comando provinciale carabinieri di Piacenza nel contrasto al fenomeno del Cyberbullismo si concretizza nello svolgimento delle attività d’indagine conseguenti alle denunce sporte presso le Stazioni Carabinieri, nonché nell’espletamento di conferenze nelle scuole, per offrire agli studenti l’opportunità di confrontarsi direttamente con i Comandanti di Compagnia che operano sul territorio e con altre figure professionali ad elevata specializzazione di volta in volta coinvolte (psicologi, pediatri, esperti in indagini telematiche).
Per quanto attiene all’Arma dei Carabinieri, sin dal 2007, è stata prevista la collaborazione con i direttori degli istituti e gli insegnanti per raccogliere segnalazioni meritevoli di attenzione investigativa, ma anche per partecipare a percorsi educativi, in funzione preventiva, incontrando gli studenti al fine di promuovere il valore e la pratica della legalità.
Al riguardo, si evidenzia che l’uso consapevole dei Social Network è un tema strettamente connesso con quello del Cyberbullismo e l’Arma dei carabinieri è da sempre impegnata nella più larga diffusione della cultura della legalità anche in questo settore.
L’Ufficio Stampa del Comando Generale, sul sito internet istituzionale www.carabinieri.it, ha realizzato delle aree tematiche specificamente dedicate a “bullismo e cyberbullismo” ) e “Consigli per i più piccoli” dove, mediante l’utilizzo di brevi storie a fumetti, vengono forniti consigli su varie tematiche: bullismo, sicurezza in internet, sicurezza domestica, diffidare degli sconosciuti.
Sul canale Youtube è stata inoltre creata la playlist “Diffusione della cultura della legalità tra i giovani”. All’interno sono stati caricati dei cortometraggi realizzati dalla Scuola Ufficiali Carabinieri con la collaborazione di ragazzi di istituti di istruzione secondaria romani che affrontano vari temi, tra cui quello del Bullismo e del Cyberbullismo.
Il Prefetto Lupo soggiunge che «Educare alla cultura della convivenza significa, quindi, anche saper elaborare e diffondere una autentica cultura della legalità, partendo dall’educazione dei più giovani al saper essere cittadino, per arrivare nell’età più matura a diffondere il rispetto per la diversità e dei diritti inviolabili di ogni individuo. Ecco quindi che Istituzioni e cittadini, sono entrambi, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, a fare il possibile per contribuire a formare i giovani a diventare adulti consapevoli del vincolo di solidarietà che lega ogni persona».