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Dopo di Noi? Primo incontro al Centro per le Famiglie – Quartiere Roma

Dopo di noi? Tanti genitori se lo saranno chiesto migliaia di volte, mentre aiutavano i propri figli disabili nelle attività quotidiane più semplici. Lo Stato italiano ha finalmente dato una risposta il 22 giugno 2016, quando entrava in vigore la legge riguardante “Disposizioni in materia di assistenza a favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”. Di questo e di tanto altro si è parlato il 10 novembre 2017 nel Centro per le famiglie Quartiere Roma, durante il primo appuntamento del ciclo di incontri rivolti alle famiglie di persone disabili, promosso dalla Fondazione Pia Pozzoli “Dopo di noi”, in collaborazione con il Tavolo delle Famiglie dell’Ufficio Disabilità del Comune di Piacenza, e con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e con la promozione di A.FA.GI.S. Presenti la dott.ssa Vittoria Albonetti, presidente della Fondazione “Dopo di Noi” Onlus, Elisabetta Malagnini monitore della Fondazione Idea Vita di Milano, Bruno de Maglie, famigliare della stessa Fondazione e la dott.ssa Ilaria Fontana, psicologa della Fondazione Pia Pozzoli. 

Chi è il monitore? «È una figura professionale – risponde Malagnini – che risponde alle esigenze della domanda di garanzia per la persona fragile. Un operatore sociale esperto di disabilità esterno alla cerchia familiare che possa ereditare i desiderata rispetto al futuro del figlio, accompagnandolo già nel cosi detto “Durante Noi”, per orientare un percorso di vita”. La figura è versatile, c’è chi è più esperto nel settore psicologico, chi in quello pedagogico. “Ma la cosa importante – sottolinea Malagnini – è che sia una persona legata al territorio di provenienza della famiglia. Per seguire ogni sviluppo della crescita del figlio”. Bruno de Maglie spiega quanto sia importante questa figura: “Un punto di riferimento, perché l’obiettivo è che mio figlio possa diventare indipendente nel momento in cui noi non ci saremo più, ponendo le basi oggi».

Dopo la legge? “La legge ha dato una scossa, c’è stata una grande risposta delle persone – rimarca Vittoria Albonetti -, ma ci sono ancora molte attività da fare, non c’è ancora un’azione partecipata. Stiamo cercando di agevolare l’ingresso per questi ragazzi nel mondo del lavoro. Purtroppo l’informazione che arriva verso l’esterno non è ancora sufficiente, anche a Piacenza la cultura nei confronti della disabilità latita, è difficile far comprendere che il disabile sia parte integrante della società. 

QuotidianoPiacenzaOnline

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