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Emilio Solfrizzi al Municipale con il borghese gentiluomo

Atteso ritorno di Emilio Solfrizzi al Teatro Municipale di Piacenza, dove sarà in scena con “Il borghese gentiluomo” di Molière diretto da Armando Pugliese. 

Appuntamento martedì 5 e mercoledì 6 dicembre alle ore 21 per la Stagione di Prosa “Tre per Te” 2017/2018 proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, con Crédit Agricole – Cariparma main sponsor di Fondazione Teatri.

Solfrizzi, nella produzione di ErreTiTeatro30, veste i panni del ricco borghese Monsieur Jourdain che sogna di diventare un gentiluomo. Con lui un nutrito cast di attori: Anita Bartolucci, Viviana Altieri, Lisa Galantini, Roberto Turchetta, Cristiano Dessì, Fabrizio Contri, Lydia Giordano, Nico Di Crescenzo, Elisabetta Mandalari, Giovanni Argante.

Mercoledì 6 dicembre alle ore 18 al Teatro Filodrammatici la compagnia in scena con “Il borghese gentiluomo” incontrerà il pubblico.

L’appuntamento è inserito nel programma 2017/2018 di “Ditelo all’attore” – Incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa del Teatro Municipale, curato dal critico teatrale Enrico Marcotti e organizzato da Teatro Gioco Vita e Associazione Amici del Teatro Gioco Vita nell’ambito dei progetti di “InFormazione Teatrale” sostenuti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.

La trama de “Il borghese gentiluomo” è lineare e semplice. Il ricco signor Jourdain sogna di diventare nobile, tra persone prive di autentiche qualità come adulatori e scrocconi, che lo raggirano e assecondano la sua follia pur di ottenerne un guadagno. È circondato dal maestro di musica, di ballo, di scherma, di filosofia: tutti scroccano denaro a Jourdain e ciascuno di loro ritiene e predica che la propria arte e la propria scienza siano il fondamento primo dell’essere un gentiluomo. A questi si contrappone la moglie, donna estremamente pratica e razionale che cerca di farlo rinsavire. Alla coppia dei Jourdain se ne aggiunge una secondaria, i rispettivi servitori dei due coniugi: Nicoletta, simpatica e coraggiosa, e Coviello, innamorati tra di loro. Ne nasce una farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro comico: quella del Gran Turco. Coviello, vestito da turco e parlando un turco maccheronico, si presenta a Jourdain e gli fa credere che il figlio del Gran Turco, di lignaggio reale, è qui per sposare Lucilla, la figlia di Jourdain. Jourdain, lusingato dalle promesse di nobiltà, cade nel tranello e ne nasce un fragoroso balletto-farsa. Di fronte all’ennesimo rifiuto del “borghese” di dare in sposa sua figlia al non nobile ragazzo che ama, tutti d’accordo gli giocano la beffa finale e anche la moglie che, pur criticandolo aspramente lo ha sempre protetto, gli si schiera contro lasciandolo definitivamente solo nella sua folle utopia. Al termine della vicenda Jourdain continuerà a sognare tutto quello che non potrà mai avere, come succede ai grandi personaggi comici del teatro di Molière.

«Come l’avaro, – sono le parole del regista Armando Pugliese – come il malato immaginario, come l’ipocrita Tartufo, anche questo borghese che sogna di diventare un gentiluomo è, nella cultura letteraria europea, un archetipo: è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare col denaro quei meriti e quei titoli che non avrà mai».

Emilio Solfrizzi era stato ospite al Teatro Municipale di Piacenza nel dicembre 2015 con “Sarto per Signora” di Feydeau, nella traduzione, adattamento teatrale e regia di Valerio Binasco. Tutto esaurito per le due serate, un successo che si attende di replicare con “Il borghese gentiluomo”.

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