«Accorpare le competenze fallimentari in capo a pochi tribunali di medio-grandi dimensioni rappresenterebbe una grave penalizzazione per i territori, gli operatori professionali e le imprese» è la denuncia dell’on. Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che ha rivolto, sul tema, una interrogazione al Ministro della Giustizia:
«La strada imboccata ad ottobre 2017 con la delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza” – spiega Foti – lascia poco spazio ai dubbi. Gli effetti nefasti, nella sola Emilia-Romagna, colpirebbero tribunali come Piacenza, Ferrara, Ravenna e Forlì. Questi, infatti, in forza della nuova legge non avrebbero più procedimenti concorsuali, né giudici delegati e, dunque, perderebbero tutte le attività connesse».
Uno scenario inaccettabile per il parlamentare di Fratelli d’Italia: «Oltre agli scontati problemi logistici per gli operatori del diritto, anche per i territori si andrebbe incontro a gravi disagi. Si pensi per esempio – sostiene Foti – a tutti gli attori che concorrono ai diversi livelli delle “crisi aziendali”: avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti. I professionisti verrebbero privati di interlocutori competenti ed a stretto contatto con i territori, con un impoverimento vero e proprio per le realtà colpite. Non solo, ma il disagio andrebbe a detrimento anche di tutti quegli imprenditori (grandi e piccoli) che non troverebbero più nel contesto in cui operano i necessari punti di riferimento di specialisti in materia di “crisi d’impresa».
Per il deputato del movimento politico di Giorgia Meloni il percorso intrapreso è del tutto errato: «Svuotare i tribunali medio-piccoli delle competenze in materia di fallimenti – spiega Foti – sarebbe sicuramente causa di pesanti rallentamenti delle procedure, essendo ben noto come i tribunali medio-grandi abbiano già un carico di arretrato notevole, che sarebbe destinato a crescere in modo esponenziale a causa dell’ulteriore carico di lavoro frutto di un eventuale accorpamento».
L’appello di Foti al Ministro Bonafede è accorato: «Il Governo rinunci ad esercitare la delega nella parte in cui dispone l’individuazione dei tribunali concorsuali. Procedere lungo il tracciato ereditato dalla sinistra – conclude Foti – rappresenterebbe infatti un ulteriore passo verso la morte della cosiddetta “giustizia di prossimità”».