Lo scorso 15 marzo si fermò letteralmente la scuola piacentina dinanzi alle rivendicazioni di Greta Thunberg sul benessere del clima per i prossimi anni. Circa 4000 studenti percorsero Corso Vittorio Emanuele partendo dal Liceo Respighi, giunsero in Piazza Cavalli e proseguirono fino in via Maculani, dove la marcia pacifica si concluse con alcune dichiarazioni da parte degli stessi ragazzi.
Per venerdì prossimo alle ore 8.30 è atteso un altro sciopero generale per il clima sullo stesso percorso, con la speranza di ripetere quei numeri, perchè pur non essendo un evento “politico”, (non sono ammessi cartelli di partiti), è richiesto ai politici di darsi una mossa e cambiare alcune politiche che vanno contro il benessere anche di comunità più piccole.
Luca Casana ha coordinato lo scorso sciopero, il Fridays for Future, e anche quest’anno sta coordinando la manifestazione, invitando quanti più comitati cittadini, studenti, ad aggregarsi alla marcia.
Come sarà organizzata la manifestazione?
Per ora abbiamo avuto alcuni riscontri, oltre a qualche professore o studente che ci ha detto di persona che parteciperà. Ad esempio dalla Scuola media Nicolini. Siamo in procinto di contattare i rappresentanti di Istituto perchè possano indirizzare quanti più ragazzi.
Lo scorso anno ci fu un boom di presenze.
E di questo siamo felici, vediamo che anche in tutto il mondo c’è una grande sensibilità sul tema, e speriamo che anche Piacenza viva una bella manifestazione. In Italia tuttavia è molto difficile far circolare determinate notizie, creare una grande comunità legata al tema dell’ambiente.
A livello italiano, si parla di dare seguito agli Accordi di Parigi, pensi sia fattibile?
(Tali accordi prevedevano il raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura).
Tecnicamente potrebbe essere fattibile, ma a livello pratico esistono sempre troppe difficoltà, legate agli interessi economici in gioco. Cambiare drasticamente sarà dura: è giusto porsi un obiettivo ambizioso, ma bisogna anche guardare in faccia alla realtà. Siamo già nel 2020, quasi, pensare che in 10 anni raggiungeremo 0 emissioni è utopia.
Lunedì ci sarà un importante summit delle Nazioni Unite sul tema, con Conte presente assieme al Ministro dell’Ambiente Costa. Assenti Trump e forse Bolsonaro, da sempre poco inclini a cedere sul fronte del cambiamento climatico.
Ci sono tendenze diverse, in Europa c’è stata un’ondata verde alle ultime elezioni, in Germania, nel Nord Europa, supportata dal movimento Fridays for Future. Parallelamente ci sono questi nazionalismi di ritorno, i sovranisti che che oltre a riproporre idee antiche, dal punto di vista ambientale pensano sempre a economie lineari, non circolari, pensano all’estrazione di combustibili fossili e non alle risorse rinnovabili. Una situazione abbastanza articolata. Servono governanti lungimiranti, spero che la situazione in futuro cambi.