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Gli anni Settanta a Piacenza e nel mondo

«Una lettura che emoziona e arricchisce». Presentato al PalabancaEventi l’ultimo libro di Mauro Molinaroli “Un lungo incanto”

«L’obiettivo della mia attività editoriale è di scrivere tante cose per regalarvele. Anche questo mio ultimo lavoro è stato scritto con il cuore. Spero di averlo fatto bene». Così un emozionato Mauro Molinaroli si è rivolto al numeroso pubblico presente al PalabancaEventi (Sala Panini) alla presentazione del suo libro “Un lungo incanto”, dove vengono raccontati gli anni Settanta sia dal punto di vista personale, sia con riferimenti a ciò che è avvenuto a Piacenza e nel mondo.
Dopo gli interventi di saluto del vicedirettore della Banca di Piacenza Pietro Boselli e dell’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Christian Fiazza («Mauro è una persona coraggiosa che con questo libro si è messo a nudo, ha fatto i conti con il passato e questo gli dà maggiori potenzialità per il futuro»), hanno preso la parola – coordinati dal giornalista Robert Gionelli («nel volume c’è un affresco sentimentale della nostra città») – il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi (che ha scritto la Prefazione), lo psicoterapeuta Stefano Sartori (autore della Presentazione) e il giornalista Giorgio Lambri.
Reggi ha riconosciuto all’autore «la capacità di raccontare, di portarti in mezzo agli eventi» e il merito di aver, libro dopo libro, «creato un mosaico emotivo che ricostruisce la storia della nostra comunità». Il presidente della Fondazione degli anni Settanta recupererebbe i cantautori («allora straordinari») e il Piacenza Calcio («che svolse una potentissima azione di marketing territoriale»); non ha invece nostalgia alcuna del traffico «pesantissimo a quei tempi» e dell’inquinamento («elevatissimo»).
Lo psicologo Sartori ha ripreso il concetto del coraggio dimostrato dall’autore nell’affrontare le cose che ci hanno fatto più male nella vita (come la prematura morte del padre) definendo la lettura del libro («piccolo ma denso») una lunga seduta di psicoanalisi.
A parere del giornalista Lambri il volume «non è un amarcord» di un periodo «che ci ha formato», ma un «ritrovarsi con se stessi, le proprie inquietudini, la propria anima: leggetelo pensando all’aspetto emotivo e vi darà delle belle sensazioni arricchendovi».
L’autore ha ringraziato la Banca di Piacenza («fortemente identitaria») e citato «tre grandi sindaci» con i quali ha lavorato: Felice Trabacchi, Stefano Pareti, Roberto Reggi. Ha poi ricordato i cantautori (Guccini, De Gregori, Vecchioni, Lauzi e tanti altri) che lo hanno aiutato a crescere. Molto formativa anche l’esperienza da studente lavoratore alla Libreria Bellardo («dove avevo modo di confrontarmi con il titolare Italo e con un giovane Gianni D’Amo, allora leader del movimento studentesco»). «Ho cercato – ha concluso Molinaroli – di tirar fuori le cose che abbiamo dentro».

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