Scoperta davvero inaspettata quella fatta da un gruppo di studiosi dell’Università di Tubinga in Germania e dell’istituto Max Planck di Jena. Gli scienziati sono riusciti a ricavare ed analizzare il DNA di antiche mummie egizie, databili in un periodo compreso fra il 1400 a.C e il 400 d.C. provenienti dal sito archeologico di Abusir el Meleq, circa ottanta chilometri a sud del Cairo.
La scoperta sorprendente è che, dal punto di vista genetico, queste mummie sono parenti strette non del popolo africano e sub sahariano bensì di quello turco, sud-mediterraneo ed europeo.
Lo studio è stato pubblicato su “Nature Communications”.
Questi risultati ci permettono di gettare una nuova luce sulla storia di questo antico paese e ci dicono anche che il Dna di questi antichi egizi non ha praticamente tracce di “sangue” africano e sub sahariano mentre quello degli attuali abitanti del Delta del Nilo ne contiene circa il 15/20%.
La possibilità di analizzare Dna così antichi era stata messa in dubbio dai più a causa di fattori quali l’alta umidità tipica del paese e l’uso di sostanze chimiche durante la mumificazione. Invece il team di scienziati è riuscito ad analizzare parti di mummie provenienti dal sito archeologico e conservate in musei di Tübingen e Berlino (dove erano state portate ad inizio del 900). Mentre i tessuti molli non hanno permesso di ricavare alcuna informazione genetica queste sono arrivate da ossa e denti.
Dai 151 campioni prelevati i ricercatori sono riusciti a estrarre e sequenziare il genoma mitocondriale di 90 individui e quello nucleare di tre.