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Gossolengo: lupo uccide una vacca che aveva appena partorito

Gorra (Confagricoltura): “Serve una gestione responsabile della fauna selvatica”

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L’ennesimo attacco da parte di un lupo ai danni di un’azienda zootecnica piacentina riaccende i riflettori su un problema sempre più diffuso. A denunciarlo è ancora una volta Confagricoltura Piacenza, che segnala l’ultimo episodio avvenuto a Gossolengo, all’interno di un’azienda agricola situata nei pressi del fiume Trebbia. In quella stessa azienda si contano ormai una ventina di episodi simili.

“Era una vacca reduce da un parto gemellare complicato – racconta l’allevatore – l’avevamo isolata nell’infermeria della stalla per agevolarne la ripresa, seguendo le indicazioni del veterinario. Alle quattro del mattino era ancora in buone condizioni, ma due ore dopo l’abbiamo trovata morta, sventrata, priva della parte posteriore”. Il sospetto che si trattasse di un attacco da parte di un lupo è stato confermato dalla testimonianza diretta della moglie dell’allevatore, che poco dopo ha incrociato l’animale nel cortile aziendale.

“Si muovono liberamente in mezzo alle stalle, non hanno più timore dell’uomo – prosegue – e rendono inutili tutte le misure di biosicurezza. Abbiamo appena inaugurato una nuova vitellaia con paddock esterno per migliorare il benessere animale, ma ogni sera dobbiamo far rientrare i vitellini in fretta per evitare attacchi. Più di uno è già stato ucciso. Non si riesce nemmeno a garantire le condizioni minime di benessere per gli animali”.

La presenza stabile dei lupi in tutto il territorio è ormai evidente, come dimostrano anche le recenti segnalazioni nei pressi dell’abitato di Montale, alle porte della città. Una situazione che desta preoccupazione tra gli allevatori, stretti tra norme di protezione sempre più difficili da rispettare e il timore quotidiano per i propri animali.

Lo scorso 8 maggio, il Parlamento Europeo ha votato per ridurre il livello di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”, concedendo agli Stati membri maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni e consentendo interventi adattati alle specificità regionali. Una decisione accolta con favore da Confagricoltura, che da tempo chiede misure concrete per favorire una convivenza più equilibrata tra attività agricole e fauna selvatica.

“Parlare di contenimento e arrivare a un vero censimento sono traguardi ancora lontani – commenta Umberto Gorra, presidente di Confagricoltura Piacenza – ma i tempi della politica non coincidono con quelli della campagna. In un’unica azienda si sono registrati venti casi di predazione: un dato che non può essere ignorato”.

“Serve una gestione razionale della fauna selvatica – conclude Gorra – anche per proteggerla. Non possiamo pensare che la scomparsa delle nutrie sia accettabile solo perché sono diventate preda dei lupi, o che il problema dei cinghiali si risolva grazie alla peste suina africana. La cura dell’ambiente è una responsabilità umana: quando viene trascurata, la natura restituisce il conto con tutta la sua forza devastante”.

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