Oggi sciopero dei metalmeccanici e manifestazione dei lavoratori a Firenze. A protestare anche vari piacentini della FIM CISL ch anche da un pullman targato, pe hanno raggiunto la Toscana in pullman per “denunciare lo stato di crisi in cui versa l’industria italiana”.
Nel mirino dei lavoratori c’erano “la sicurezza sul lavoro e l’assenza di politica industriale degna di questo nome e la scarsa incisività nella gestione delle tante vertenze che toccano il settore”.
Anche gli ultimi dati dell’Istat confermano la necessità di un’inversione di rotta. Ad aprile la produzione industriale è calata dello 0,7% rispetto a marzo e dell’1,5% rispetto ad un anno fa. E’ il secondo mese di fila che si chiude con il segno meno, a riprova che l’accelerazione di inizio anno può essere considerata ormai un ricordo. In questo quadro spicca il crollo della produzione nel settore auto (17,1%).
A preoccupare i sindacati è anche il rallentamento degli investimenti e il ristagno dei livelli retributivi.
I tavoli di crisi aperti al Mise, intanto, aumentano di giorno in giorno: sono 160 adesso, a gennaio erano 138.
Il numero dei lavoratori che rischiano di perdere il lavoro, a seconda della piega che prenderanno le vertenze, va dagli 80mila ai 280mila”.
Nel frattempo – secondo i sindacati – stanno invece aumentando ”gli incidenti e le morti sul lavoro” . La mancanza di sicurezza resta uno dei problemi più assillanti per i rappresentanti dei metalmeccanici, accanto a quello ambientale.
La crisi, secondo la Cisl, è tutt’altro che finita. “Basta scorrere i dati sulla cassa integrazione – dicono. – ”Ad Aprile c’è stato un aumento del 78% rispetto ad un anno fa e del 79% sul mese di marzo”. Di questo passo, aggiungono il 2019 rischia di contare un milione di ore di cassa integrazione che coinciderebbero con un crollo della produzione industriale, con un impoverimento produttivo, con il continuo aumento del debito pubblico e con la riesplosione dello spread”.
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