Dura presa di posizione unitaria da parte delle segreterie di FP CGIL Piacenza, Cisl FP Parma e Piacenza, Uil FPL e Uilpa, ossia dei sindacati che raggruppano i dipendenti del pubblico impiego.
Ecco il testo integrale.
“Le scriventi OO.SS. ritengono che non sia più tempo di indugiare, di passarsi la palla l’uno con l’altro, di rimanere in attesa mettendo qualche pezza qua e là e vedere cosa succede.
È tempo di responsabilità e di rispettare le norme per fermare l’epidemia (che sta uccidendo persone ogni giorno, che sta saturando gli ospedali di malati gravissimi) superando una mentalità che poco ha a che fare con una Pubblica Amministrazione moderna.
Perché il contagio non avviene solo di sera nei locali della movida, ma anche di giorno, sui luoghi di lavoro!
Finché ci sarà uno sportello (che fornisce un servizio non essenziale) aperto, la gente non starà a casa e i lavoratori continueranno ad ammalarsi, diffondendo il contagio tra gli utenti e i familiari, contribuendo ad intasare gli ospedali, rendendo sempre più difficili le possibilità di cura.
Il DPCM della tarda serata dell’11 marzo individua chiaramente (nel caso quelli precedenti non lo avessero già indicato con altrettanta chiarezza) che lo smart working deve diventare la modalità di lavoro ordinaria per le pubbliche amministrazioni, per tutti quei servizi essenziali che non possono essere chiusi, e che devono essere individuate le attività indifferibili da rendere in presenza.
Tutte le Amministrazioni Pubbliche e tutte le aziende private che rendono servizi pubblici e che finora non hanno voluto ascoltare i nostri richiami si attengano finalmente alle superiori disposizioni governative:
– chiudere tutti i servizi non essenziali
– individuare chiaramente i servizi pubblici essenziali che oggettivamente – e non per inerzia o scarsa dimestichezza con lo strumento – non possano essere svolti in smart working
– attivare immediatamente lo smart working per tutti i servizi essenziali che possano essere svolti con tale modalità
Per tutti i servizi essenziali e di controllo a partire dalla sanità, dalla polizia locale, dai vigili del fuoco, dalla polizia penitenziaria, il personale sia dotato dei dispositivi di sicurezza: mascherine idonee in quantità adeguata, gel disinfettante, guanti monouso e tutti quei dispositivi di protezione che le singole attività richiedono.
Siamo consapevoli della difficoltà di reperimento, ma questo non può diventare una scusa per far lavorare le persone in condizioni di rischio, per se stessi, per gli utenti, per tutta la popolazione.
Riteniamo che il Sig. Prefetto debba essere sempre di più presenza vigile e chiarire nella sua funzione di indirizzo e coordinamento degli enti, la ratio e le necessità di applicazione immediata degli ultimi provvedimenti d’urgenza, in questo momento che ormai definire “estremamente difficile e delicato” è un mantra senza più senso.
Abbiamo bisogno di scelte coraggiose e della consapevolezza che stiamo parlando di un bene superiore: la salute di tutti”.