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Il caso Tortora e la strage di Piazza della Loggia da Biffi Arte

Ultimi due incontri alla galleria Biffi Arte, relativi ai “Misteri d’Italia”. Martedì prossimo 22 maggio alle 18 sarà presentato il volume di Luca Steffenoni, criminologo, scrittore e giornalista, dal titolo “Il caso Tortora” (Chiarelettere), un volume che esce in occasione dei trent’anni dalla morte del popolare personaggio televisivio, mentre martdì 29 maggio, sempre alle 18, sarà la volta dello scrittore Marco Archetti che presenterà “Una specie di vento” anch’esso edito da Chiarelettere, un libro dedicato alla strage di Piazza della Loggia a Brescia avvenuta nel 1974.

Due volumi particolarmente significativi. Il caso Tortora – secondo Steffanoni – nasce molto prima dell’arresto del presentatore e interseca le faide che si susseguono a fine anni Settanta, il brigatismo rosso, il rapimento dell’assessore Cirillo, la lottizzazione Rai, l’uso strumentale dei pentiti. E ancora, la tentazione di alcune aree dello Stato a coltivare trattative inconfessabili, la lotta alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, gli eterni umori giustizialisti del popolo italiano. Questo libro prende le mosse dalla fine del 1977, un momento decisivo per capire come, ben sei anni dopo, dal mazzo degli arrestabili sia stata estratta la carta di Tortora. Non si tratta di un errore giudiziario ma di una tragedia tipicamente italiana, una commedia dell’assurdo interpretata da turpi assassini, pericolosi psicopatici, spacciatori che si fingono padrini, nani, ballerine, mitomani, camorristi, terroristi, leader politici e, nel ruolo di special guest, un sistema giudiziario che a trent’anni di distanza ancora si autoassolve. Luca Steffenoni, criminologo e scrittore, lavora come consulente per diversi tribunali. Da anni segue con passione i grandi gialli e misteri italiani, unendo le sue competenze professionali all’attività di narratore.

Marco Archetti, scrittore bresciano, avvalendosi di documenti storici e testimonianze di prima mano, compone un romanzo toccante e prezioso che ridà vita alle otto vittime della strage. Evitando ogni retorica e concentrandosi sulle loro vicende umane, le fa affiorare dal buio ed entrare in scena come in un film. Un atto d’amore e di memoria. E per la prima volta i caduti della strage non sono solo nomi su una lapide commemorativa, ma vengono raccontati come uomini e donne in carne e ossa, “né santi né eroi”, in una sorta di Spoon River. Il racconto di un superstite guida la narrazione e testimonia un’epoca della nostra storia recente, anni bui, di piombo ma anche di umanità, tenerezza e legami profondi che hanno molto da dire a ciascuno di noi. Marco Archetti ha scritto, sul “Corriere della Sera”, diversi articoli dedicati alla strage che ha segnato per sempre la sua città e i suoi primi ricordi d’infanzia. Ha pubblicato “Lola motel” (2004), “Vent’anni che non dormo” (2005, finalista premio Montblanc), “Maggio splendeva” (2006, finalista premio Zocca e finalista premio Chianti), “Gli asini volano alto” (2009), “Sabato, addio” (2011), editi da Feltrinelli.

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