«Non c’è niente da festeggiare, c’è un Paese intero da ricostruire dopo anni di pessima politica della sinistra. Il nostro è un preciso impegno per ricostruire, al quale intendiamo tenere fede». Tommaso Foti, candidato all’uninominale della Camera per il centrodestra, e Pietro Pisani, candidato all’uninominale del Senato per la stessa coalizione, non hanno avuto esitazioni: niente festa di fine campagna elettorale, niente brindisi, niente rinfresco. L’unica cosa che ha rinfrescato i candidati e i rappresentanti del centrodestra piacentino è stata la neve di Antognano, frazione del Comune di Vernasca al confine con quello di Lugagnano; luogo che il centrodestra ha deciso di prendere ad esempio dell’incuria della sinistra, a simbolo della distanza di quest’ultima dai problemi reali della gente, a testimonianza dell’abisso tra le promesse fatte e le azioni intraprese. Antognano di Vernasca si trova su un tratto di Provinciale 47 particolarmente pericoloso a causa di una frana non ancora messa in sicurezza. Un pericolo che aumenta sensibilmente quando le condizioni meteorologiche sono come quelle attuali di neve e gelo. «Una situazione segnalata più volte alla Provincia – spiega Jonhatan Papamarenghi, coordinatore provinciale di Forza Italia, che ha accompagnato i candidati nel sopralluogo – ma che a tutt’oggi è ancora irrisolta: la segnaletica stradale è scarsa ed errata, e la sicurezza è totalmente compromessa».
Eppure il dissesto idrogeologico è uno dei grandi temi sui quali il centrosinistra ha battuto in queste settimane di campagna elettorale snocciolando numeri e promesse. «Situazioni come quella di Antognano sono purtroppo diffuse in tutta la provincia – spiega Tommaso Foti -, segno inequivocabile che gli interventi tanto sbandierati dalla sinistra sono stati del tutto insufficienti e scelti sulla base di criteri di affinità politica. Ma il punto è un altro: la sinistra si vanta di aver messo pezze, con i soldi dei piacentini, a una situazione critica che essa stessa ha contribuito a produrre». Il dissesto idrogeologico del territorio piacentino, sottolinea il candidato di Fratelli d’Italia, è «il prodotto dell’incuria, ai vari livelli di governo, delle amministrazioni di sinistra».
Un’incuria ben visibile in tutte le valli piacentine. In Valtidone ad esempio, dove nei giorni scorsi i candidati del centrodestra hanno partecipato a un affollatissimo incontro a Castelsangiovanni nel quale, tra i tanti, si è toccato anche il tema della montagna, della sua “desertificazione” e del dissesto idrogeologico. «Inutile parlare di riportare la gente a vivere nelle nostre valli – dice Foti – con da una parte una rete viabilistica penosa, mentre dall’altra si continua a vivere in uno stato di emergenza che preclude la possibilità di risolvere definitivamente i problemi». E ancora: «La politica deve sostenere in queste zone sia l’agricoltura sia l’industria, oltre ad essere indirizzata in modo mirato anche verso la montagna, ove ogni anno si perdono decine di abitanti. A parte Castelsagiovanni, un comune che è riuscito a diventare attrattivo grazie anche all’abilità di chi l’ha trasformato nella vera capitale logistica della provincia, e a parte Borgonovo, tutti gli altri centri hanno perso residenti. Ma anche nelle altre valli del Piacentino la situazione è drammatica. Si pensi che in Valnure, a Centenaro di Ferriere, un tempo culla degli orafi piacentini in grado di far successo nelle grandi metropoli, oggi risiedono solo 16 persone».
Presenza sul territorio al posto della festa di fine campagna elettorale, dunque. «Ed è così che intendiamo mantenere il nostro impegno – conclude Foti – lavorando duramente per restituire dignità e grandezza all’Italia, e con essa a Piacenza, mandando a casa definitivamente una sinistra che ha fatto solo danni. L’unica possibilità, quindi, per avere una maggioranza in grado di esprimere un governo coeso e coerente, senza inciuci e senza compromessi, è votare il centrodestra. Ogni altra opzione porta al caos».
In foto, da sinistra in senso orario:
Danila Pedretti (Lega), Pietro Pisani (Lega), Tommaso Foti (Fd’I), Elena Murelli (Lega), Romano Tribi (Noi con l’Italia), Giuseppe Freppoli (FI) Pietro Berna (Lega), Johnatan Papamarenghi (FI)