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Il professor Giovanni Ballarini inaugura la 13° edizione di “A cena con la scienza”

Ad inaugurare la tredicesima edizione del ciclo A Cena Con La Scienza, la sera del 6 maggio all’Agriturismo Battibue di Fiorenzuola d’Arda (Pc), ci ha pensato Giovanni Ballarini, professore emerito dell’Università di Parma, brillantissimo, con i suoi 95 anni, ha stregato la folta platea dell’azienda con una relazione sull’antropologia della carne con la quale ha indagato i nessi tra sviluppo antropologico e consumo di carne. Ha citato persino la Bibbia, come testo antico, per analizzare l’elemento dal punto di vista culturale e sociologico. Ha percorso a grandi passi la storia e illustrato come il consumo di carne sia, da sempre, socialmente distintivo.

“A un certo punto del nostro sviluppo ci sono tre eventi tra loro inscindibilmente uniti – ha detto Ballarini – l’uso del fuoco per cucinare la carne, il suo consumo come alimento e lo sviluppo del cervello. I denti canini indicano che siamo carnivori, i molari che mangiamo anche vegetali: siamo onnivori e se ogni cultura elabora un proprio rapporto con la carne, non è così per l’evoluzione che ha tempi molto più lunghi. Per l’uomo la carne è una necessità biologica e fornisce l’energia necessaria a far funzionare il cervello”.

“Pesa cosa mangiavano i nostri antenati un milione di anni fa, dal punto di vista evolutivo la nostra specie ha le stesse necessità biologiche di mezzo milione di anni fa, ciò che cambia rapidamente, invece, è il rapporto tra l’uomo e il consumo di carne. Ogni società entra a cambiare questo rapporto – ha spiegato Ballarini – il consumo di carne viene valutato diversamente oggi rispetto a prima degli anni ’50 quando c’era poca disponibilità, così come differente è il giudizio espresso nella nostra cultura rispetto a quella indiana. Considerare il rapporto tra l’uomo e la carne significa valutare un’enormità di cose”. Facendo sintesi tra citazioni ed esempi: “la carne è un grande indicatore sociale, considerata preziosa da sempre”. La platea sorride quando chiede chi ha mangiato rognone o fegato nell’ultimo mese, perché rende evidente come le abitudini di consumo si siano modificate anche solo in qualche decennio. Di fronte all’avanzata dei cibi iper processati che vogliono imitare la carne e guardando in prospettiva alla carne sintetica spiega: “Niente è più sintetico della Coca-Cola eppure le bibite hanno portato a un miglioramento dei vini. Beviamo molto meno vino di un tempo, da alimento che dava energia, oggi è un business di qualità e l’artificiale, le bibite, hanno contribuito a mettere in evidenza la qualità e la tipicità della naturalità, perché non si può dimenticare la natura. La carne dovrà confrontarsi con l’artificiale, ma come le bevande hanno fatto innalzare la qualità dei vini, l’avanzata degli alimenti artificiali migliorerà la produzione degli alimenti naturali e quindi delle carni. La carne è una necessità biologica, culturale, una passione: avrà un futuro legato alla qualità perché le passioni non scompaiono mai. Potrei iniziare un discorso su come fare una carne di qualità, ma non vi voglio raccontare ora cosa vi dirò l’anno prossimo”.

Michele Lodigiani, già presidente di Confagricoltura Piacenza e coordinatore dell’iniziativa patrocinata da Confagricoltura Piacenza e Agriturist, non ha mancato di cogliere la disponibilità. A fare gli onori di casa è stato Gianpietro Bisagni, presidente regionale e provinciale di Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura. Presente alla serata anche Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza. In sala diversi professionisti: molti veterinari e professori universitari.

Il ciclo, che quest’anno ha come filo conduttore il rapporto fra uomo, animali e cibo, proseguirà con Agnese Codignola, che farà il punto sullo stato d’avanzamento delle tecnologie volte alla produzione di carne in vitro – il 27 maggio all’agriturismo Boschi Celati, poi sarà la volta di Don Mirko Dalla Torre che affronterà l’argomento sotto l’aspetto filosofico, anche attraverso un’analisi critica delle tesi animaliste.  Quindi Filippo de Braud parlerà degli sviluppi di una ricerca di estremo interesse che sta conducendo sugli effetti della restrizione calorica nella cura dei tumori.  Per chiudere a fine settembre con Alberto Grandi che parlerà di quanto la “narrazione” sul cibo corrisponda alla realtà e di quanto invece sia frutto delle mistificazioni del marketing.

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