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    Il sindacato Cobas Sanità scrive lettera a Baldino “necessario tutelare la salute dei lavoratori Ausl”

    Non sono solo i giornali nazionali o le trasmissioni televisive come Report ad evidenziare che non tutte le procedure stanno funzionando alla perfezione negli ospedali italiani nella difficile lotta al Coronavirus.

    Alcuni sanitari con messaggi al nostro giornale e con commenti postati sui social, nei giorni scorsi, ci hanno segnalato difficoltà operative quotidiane, molte delle quali legate ai famosi Dpi, i dispositivi di protezione individuali come le mascherine.

    Questi che erano poco più che rumors ora sono stati messi nero su bianco da un piccolo ma battagliero sindacato, il COBAS Pubblico Impiego SANITÀ di Piacenza (sia la Dirigenza Medica sia il Comparto), che per quanto minoritario rappresenta comunque infermieri e medici dell’Ausl di Piacenza impegnati nell’emergenza Covid -19.

    I rappresentanti sindacali hanno inviato una lettera al commissario straordinario dell’Ausl, il dottor Luca Baldino (già direttore generale), con cui evidenziano una serie di criticità lavorative segnalate dai propri iscritti.

    Ad esempio «l’inadeguata fornitura, per numero e caratteristiche, dei DPI, nel reparto Covid dell’ospedale di Fiorenzuola, come da lettera protocollata in data 23 marzo 2020 inviata dal personale del reparto».

    Il sindacato evidenzia altri problemi presso il nosocomio piacentino come «l’inadeguata collocazione all’interno degli studi-spogliatoi dei medici della rianimazione di Piacenza dei contenitori per lo smaltimento dei rifiuti infetti, in assenza di una zona filtro all’esterno di detti locali e una scarsa periodicità nella loro igienizzazione, in relazione al numero degli occupanti».

    La lista delle segnalazioni contempla poi «due docce dello spogliatoio femminile del comparto operatorio non utilizzabili dal personale poiché adattate a deposito dell’attrezzatura dell’impresa di pulizie».

    Cose di per sé risolvibili senza grandi interventi ma che assumono evidente importanza in un contesto di emergenza come quello attuale.

    I rappresentanti Cobas nella propria missiva richiamano «la Direzione Sanitaria dell’Azienda ai propri doveri di garanzia nei confronti dei lavoratori».

    Nel dettaglio «si chiede di provvedere sempre per tempo all’invio dei DPI, adeguati per caratteristiche e numero, a coprire le esigenze del reparto, a prevedere procedure e percorsi distinti, in modo da garantire realmente la separazione degli ambienti “puliti” da quelli “sporchi”, la decontaminazione degli ambienti ad uso del personale e lo stoccaggio dei rifiuti infetti e delle attrezzature in aree adatte».

    Netto il passaggio finale del documento sindacale in cui si ricorda a Baldino (ma anche al direttore sanitario, il dott Guido Pedrazzini, ed al direttore assistenziale, la dottoressa Mirella Gubbelini entrambi per conoscenza, così come gli Rls) che «la tutela della salute dei lavoratori nei diversi contesti lavorativi è il primo passo per garantire quella famosa “tenuta del sistema” di cui tutti parlano, ma concretizza anche la mission ed il senso di responsabilità dell’Azienda ospedaliera nei confronti della comunità in cui opera».

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