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Indacoo, un problema ancora senza soluzione definitiva

Crisi Indacoo, nuovo atto. Tutto nasce da una fusione, quella avvenuta tra due cooperative, Piacenza74 e Coop Valdarda. Da qui la nascita di un’unica realtà, Indacoo appunto, che nel corso degli anni ha subito gli effetti della grave crisi del settore edilizio e immobiliare coinvolgendo migliaia di aziende, tra cui molte nel settore cooperativo, con effetti devastanti: si parla di circa 150 soci prestatori che hanno affidato a Indacoo i risparmi di una vita, per un totale di 2 milioni 800 mila euro e 200 famiglie assegnatarie di appartamenti.

Nel 2012 per evitare il fallimento si è giunti a un concordato preventivo di continuità. “Questo consente – spiega Angela Cordani, presidente Federconsumatori Piacenza -, di non chiudere definitivamente le cooperative, ma di verificare in un tempo definito per vedere se c’è la possibilità di una ripresa”. Nel 2015 la costituzione di un Comitato che voleva intervenire a tutela dei soci di questa cooperativa, per ottenere il massimo delle prestazioni liquidatorie e la sensibilizzazione delle istituzioni e del movimento cooperativo, affinché vengano adottati tutti gli strumenti finanziari di tutela per i soci da parte soprattutto della Lega Coop.

Il concordato preventivo scade il prossimo anno. “Nel frattempo ci si è accorti che i prestatori definiti chirografari, ovvero senza garanzie, non avrebbero ottenuto nulla nell’ipotesi di un fallimento. Hanno chiesto aiuto alla Cgil, già coinvolta nella tutela dei lavoratori che avevano perso il lavoro. Ci siamo uniti noi e Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari) per capire cosa si poteva fare per il prestito sociale, che hanno fatto fatto una scelta di solidarietà perchè con i loro risparmi è stato possibile costruire case per persone più svantaggiate. Anche questi assegnatari entrano in gioco in questa partita. Il Comune aveva messo a disposizione l’area per un periodo di 99 anni, e la Regione, che aveva messo a disposizione dei fondi a tassi agevolati”.

Il Comitato ha ottenuto di poter essere uditore durante il CDA di Indacoo che prosegue le attività finchè il concordato glielo consente, per ottenere informazioni e capire l’evolversi della faccenda e dare un contributo. Ad oggi il Comitato è composto da circa 60 persone tra prestatori ed abitanti.

“Rimane ancora aperta la vicenda – sottolinea Paola Parmigiani, presidente del Comitato -, chiediamo alla cooperativa Indacoo che tipo di progettualità ha in mente riguardo questi palazzi a proprietà indivisa. Riprenderemo i contatti con la Prefettura”. Già nel maggio del 2017 il Comitato con il supporto di Camera del Lavoro, di Federconsumatori e Sunia davanti alla Prefettura per manifestare contro l’immobilismo delle istituzioni a fronte di una crisi che ha portato alla perdita di 80 posti di lavoro, all’incertezza sul futuro abitativo dei soci inquilini. 

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