Sul filo di lana, a due settimane dal voto, il sindaco uscente di Piacenza cerca di spianarsi la strada verso la riconferma e cala un carico di tutto rispetto sul tavolo elettorale: il professor Luigi Cavanna, l’inventore – durante la fase più terribile del Covid – delle squadre mediche domiciliari (tecnicamente chiamate Usca).
Se Patrizia Barbieri sarà nuovamente primo cittadino istituirà un insolito (nel panorama dei comuni italiani) assessorato alla salute e vi metterà a capo il primario di oncologia, suo carissimo amico. Aluni mesi fa il nome di Cavanna era spuntato nel toto candidati come possibile avversario della Barbieri per il centro-sinistra, ma non se ne fece nulla.
Il medico piacentino nell’ormai lontano 2001 fu candidato alla Camera dei deputati per l’Ulivo, ma venne sconfitto da Tommaso Foti che vinse con 44.998 (47,14%) contro i 43.075 (45,13%) di Cavanna.
In anni più recenti (2020) invece fu candidato nel suo paese d’origine, Ferriere, in una lista civica a fianco del senatore Agogliati (Forza Italia) salvo poi ritirarsi. La sua famiglia proviene dalla frazione montana di Bolgheri di Centenaro.
Ora invece arriva la novità “last minute” che rischia di far saltare il banco proprio per la popolarità del medico già nominato cavaliere al merito della Repubblica (per quanto fatto durante la pandemia).
L’annuncio è stato dato, a sorpresa, questo pomeriggio durante una conferenza stampa nel point elettorale di via Cavour con il medico accanto all’avvocato Patrizia Barbieri.
Il professor Cavanna (69 anni) nei prossimi mesi andrà ufficialmente in pensione e l’assessorato potrebbe essere un modo nuovo e diverso per mettere a frutto la sua esperienza.
«Per tanti anni – ha detto Cavanna – sono stato critico verso le amministrazioni locali ad esempio per tutte le incertezze sul nuovo ospedale e poi perché dicevo che (sul fronte sanitario ndr) Parma e Reggio Emilia avevano sempre qualcosa in più di noi. Piacenza ha delle grandi potenzialità in ambito sanitario. I medici, gli infermieri, i volontari hanno lavorato tanto in questi anni e tanto è stato fatto per la nostra sanità.
A Modena c’è l’azienda ospedaliera Universitaria e quindi ci sono fondi per la ricerca che vuol dire innovazione, avere personale dedicato, infrastrutture potenziate. A Reggio c’è un istituto di carattere scientifico che riceve un bel po’ di fondi per la ricerca. Parma, come Modena, ha l’azienda ospedaliera universitaria. Piacenza invece no. Ci si può mettere nel filone dei colleghi ma è una differenza su cui riflettere. A Piacenza non abbiamo una Pet, macchinario utile non solo per i pazienti oncologici ma per tante patologie. La sfida che mi propone il sindaco Barbieri con l’assessorato ala salute è una sfida importante. Nella mia storia credo di essermi sempre impegnato per la mia città. Da questa città ho ricevuto tutto in ambito di carriera e ho dato tutto quello che potevo. Ed ora ho l’opportunità di potermi impegnare da un punto di vista di coordinamento. Ci aspettano anni molti “sfidanti” ma pieni di incognite. Abbiamo una guerra a pochi chilometri, una pandemia che non è finita e ha lasciato tanti morti dietro di sé ma anche disoccupazione, povertà, disagio. Nella mia vita lavorativa mi sono sempre battuto per i più deboli.
L’assessorato alla salute deve coordinare il lavoro tra Regione, Università di Parma, le istituzioni locali, i professionisti, il volontariato. Se la sindaca vincerà ce la metterò tutta come ho sempre fatto nel mio lavoro.Certamente vogliamo una Piacenza più bella, più verde, una piacenza “che vola” ma attenzione perché se ci ammaliamo ci casca il mondo addosso. Puntare sulla salute vuol dire puntare sulla produzione, sulla cultura, sull’economia. Grazie! Colgo questa opportunità con impegno. Nessuno mi aveva mai fatto una proposta del genere ed è per me segno di grande fiducia. Come dire di no! Mi vergognerei a rifiutare».