Una vera e propria serra in pieno centro città. Il pollice verde era un piacentino di 30 anni che ai fiori aveva però preferito la più redditizia coltivazione di “erba” ma gli è andata male ed è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Piacenza che ha agito con l’ausilio delle proprie unità cinofile.
In un condominio il giovane aveva costruito un’efficiente serra per la produzione di marijuana con ben 73 piante coltivate attraverso la tecnica idroponica, ovvero “fuori suolo”, senza l’utilizzo del comune terriccio. La piantagione era abilmente occultata all’interno dell’alloggio e dotata di sofisticate attrezzature per la cultura, il riscaldamento, l’aerazione e l’ essicazione.
Oltre alla serra è stato rinvenuto anche un ingente quantitativo di marijuana già essiccata pronta per essere venduta. In totale le Fiamme Gialle hanno recuperato circa 3,8 chili di piante, 170 grammi di amfetamina pura (che potenzialmente avrebbero potuto fruttare, nel mercato dello spaccio, fino a 600 dosi), 2 flaconi di metadone , semi di diverse qualità di canapa indiana e materiale vario per la coltura ed il confezionamento dello stupefacente. In altra abitazione di Rivergaro, sempre riconducibile al trentenne è stato trovato materiale proveniente da serre dismesse nonché alcuni residui di piante di marijuana in fase di essicazione. Lo spacciatore è stato posto agli arresti domiciliari su disposizione dell’autorità giudiziaria piacentina.
E’ peraltro emerso che parte dello stupefacente sequestrato ed il materiale per la coltivazione erano stati acquistati sul deep web, ovvero su piattaforme internet non rintracciabili dai comuni motori di ricerca e con l’utilizzo di bitcoin per i pagamenti.