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La grande buca di piazza Cittadella si trasforma in una palude legale per il Comune di Piacenza

L'Amministrazione sorpresa dalla sospensiva sulla risoluzione del contratto decisa dal tribunale, rivendica l’impegno per la tutela dell’interesse pubblico, denuncia il cantiere fermo e il paradosso delle tariffe pagate dai cittadini per un parcheggio mai realizzato

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La grande buca di piazza Cittadella dove avrebbe dovuto nascere il parcheggio sotterraneo (che difficilmente vedrà mai la luce) si è ormai trasformato in un paludoso acquitrino giuridico per il Comune di Piacenza. Nonostante i tentativi portati avanti dai suoi legali, l’Amministrazione, dà l’impressione di essere ben lontana da quella “messa sul pulito” di cui parlava lo scorso 25 luglio in un comunicato stampa ed anzi pare ormai essersi imbattuta in infide sabbie mobili, da cui non sarà facile uscire. Ai posteri (ed agli elettori) toccherà decidere se la strada scelta dalla Giunta Tarasconi fosse quella giusta o se avessero ragione le opposizioni che lanciarono numerosi allarmi e criticarono la consegna dell’area a Piacenza Parcheggi, davanti a una bancabilità che già all’epoca appariva non scevra da criticità. Ora la parola passa ai giudici e le avvisaglie non sono, fin qui, buone, a partire dalla prima decisone del giudice Antonino Fazio, ad inizio settembre, passando per quella di ieri di un secondo giudice, la dottoressa Maddalena Ghisolfi che ha deciso di sospendere l’atto di risoluzione contrattuale che il Comune aveva notificato a Piacenza Parcheggi-Gps il 26 settembre. La motivazione principale addotta per l’accoglimento del ricorso è il rischio di danni gravi e irreparabili per Piacenza Parcheggi. La società aveva infatti riferito che l’affidamento dell’area a un soggetto diverso avrebbe prodotto un danno irreparabile. Il provvedimento cautelare monocratico stabilisce che la situazione esistente prima del danno non potrebbe essere più ripristinata. Questa inaspettata modifica di una precedente decisione (presa solo due giorni fa) ha creato un “notevole stupore” nell’Amministrazione comunale di Piacenza che era già pronta a prendere in mano la piazza e la gestione delle strisce blu.

Il Comune di Piacenza – in un comunicato che riportiamo integralmente qui sotto – prende atto e rispetta il nuovo pronunciamento giudiziario che sospende l’atto di risoluzione contrattuale, tuttavia esprime forte preoccupazione e stupore per la modifica della decisione, specialmente considerando che il Comune stava agendo con urgenza per tutelare l’interesse dei cittadini.
La preoccupazione principale del Comune riguarda la mancanza di realizzazione delle opere a fronte del mantenimento dei pagamenti. Infatti, ad oggi, i cittadini continuano a versare tariffe di sosta per la realizzazione di un parcheggio interrato che non è in fase di costruzione. Il cantiere è fermo da mesi, ma il concessionario continua regolarmente a incassare i proventi delle soste, anche dopo la notifica della risoluzione contrattuale.
Il Comune ritiene che alla base della controversia vi sia la non attuazione del contratto. Il contratto in questione, stipulato nell’ormai lontano 2012, è rimasto inattuato e non è stato rispettato. L’Amministrazione – si legge nel testo – sin dal suo insediamento nel 2022, ha profuso sforzi significativi per far ripartire l’iter. Il Comune ha garantito di aver compiuto tutto il necessario, non solo attraverso l’azione politica ma anche tramite l’intenso lavoro degli uffici comunali, per consentire al concessionario di realizzare le opere previste dal contratto.
La risoluzione contrattuale, notificata il 26 settembre, è stata dunque adottata con l’intenzione primaria di tutelare gli interessi dei cittadini e l’interesse pubblico. Questa decisione è stata motivata dall’oggettivo dato di fatto che il cantiere era fermo da mesi.
L’Amministrazione si interroga sulle “effettive possibilità che ha un Comune di tutelare sé stesso” in quanto ente e, di conseguenza, di tutelare l’interesse collettivo. L’interesse collettivo è identificato nel garantire che il contributo versato dalla comunità per la sosta venga effettivamente tradotto nella realizzazione dell’opera pubblica nei tempi stabiliti.

Sospensiva: la nota dell’Amministrazione Comunale

L’amministrazione comunale prende atto e naturalmente rispetta il nuovo pronunciamento con il quale l’autorità giudiziaria sospende l’atto di risoluzione contrattuale notificato il 26 settembre scorso alla società concessionaria Piacenza Parcheggi. Nuovo pronunciamento che modifica la decisione di segno opposto assunta due giorni fa dallo stesso Tribunale e nel cui rispetto il Comune stava procedendo con l’urgenza che si addice alla tutela dell’interesse dei cittadini.
Ad oggi infatti gli stessi cittadini stanno pagando tariffe di sosta per far sì che venga realizzato un parcheggio interrato che tuttavia non è in fase di realizzazione: cantiere fermo da mesi e concessionario che tuttavia continua a incassare i proventi delle soste. La modifica della decisione da parte del giudice, pur nel pieno rispetto e nella piena fiducia che l’amministrazione e tutto l’ente comunale hanno nei confronti della magistratura, ha creato un notevole stupore. Riteniamo indubbia l’assunzione di responsabilità da parte di questa amministrazione nell’intenzione di tutelare l’interesse pubblico, e in questa direzione si è lavorato a partire dall’insediamento nel 2022 per dar corso all’esecuzione di un contratto rimasto inattuato sin dalla sua stipula nell’ormai lontano 2012. Si è fatto tutto ciò che andava fatto per realizzare un’opera ritenuta necessaria in quella zona di città e per far ripartire un iter fermo da troppo tempo, con gravi danni anche economici per l’ente e per tutta la collettività.
Il Comune ha fatto tutto il necessario per consentire al concessionario di realizzare le opere previste dal contratto; e non parliamo solo dell’azione politica da parte dell’amministrazione ma anche e soprattutto del lavoro costante e intenso che i diversi uffici comunali hanno svolto nel corso di questi anni assumendosi responsabilità al fine di esigere il rispetto dei termini di un contratto valido.
Questo non è accaduto, non sta accadendo: il contratto non è stato rispettato, il cantiere è fermo da mesi. E questo è un dato di fatto oggettivo al netto delle valutazioni di parte sui vari motivi dello stop ai lavori. Motivi che chi di dovere avrà modo di discutere nelle opportune sedi ma che tuttavia sarebbe auspicabile non incidessero sui cittadini. I quali, lo ripetiamo, continuano a pagare tariffe di sosta che vengono regolarmente incassate ogni giorno dal concessionario. Anche dopo la risoluzione contrattuale.
Una risoluzione, quindi, motivata prima di tutto dall’intenzione di tutelare gli interessi dei cittadini. E anche in queste settimane gli uffici comunali si sono prodigati, con un lavoro e un impegno ampiamente oltre l’ordinario, in modo da mettere in campo tutte le azioni tali da consentire sia la continuazione dei servizi legati alla sosta e alla rimozione, sia la ripresa in carico della piazza. Le sospensive, che certo rientrano nella competenza dell’autorità giudiziaria, cristallizzano la situazione attuale. Una situazione immutata già dal 2012, con la differenza sostanziale che piazza Cittadella ora è un cantiere (fermo) e i cittadini pagano tariffe che vengono incassate da un concessionario che non sta realizzando le opere previste dal contratto già da molti mesi prima che la risoluzione venisse notificata.
Pur nel massimo rispetto di ciò che in autonomia decide l’autorità giudiziaria, la riflessione per l’amministrazione comunale non è quindi solo politica, ossia legata al successo o meno di portare a compimento la riqualificazione di una piazza; la riflessione riguarda soprattutto l’aspetto amministrativo di questa vicenda complessa, e ci fa interrogare sulle effettive possibilità che ha un Comune di tutelare sé stesso in quanto ente e, di conseguenza, di tutelare un interesse collettivo. E in questo caso l’interesse collettivo è che il contributo che la comunità versa per la sosta venga effettivamente tradotto nella realizzazione dell’opera pubblica nei tempi stabiliti; o che, viceversa, si possa proseguire in tempi rapidi con le altre soluzioni che il Comune già aveva predisposto. Sempre e soltanto, come detto, allo scopo di tutelare l’interesse pubblico e di restituire alla città una piazza rimasta terra di nessuno per troppi anni.

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