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La storia di “ordinaria” generosità di uno dei tanti “angeli della spesa”

Fra le persone che in questo periodo d’emergenza si spendono a favore degli altri ci sono anche tanti ragazzi che potremmo ribattezzare come “gli angeli della spesa”. A Piacenza ad esempio i volontari più giovani della Croce Rossa Italiana si occupano di recapitare generi alimentari e medicinali a persone in difficoltà perché anziane, malate o in quarantena.

Uno di loro è Cristian Zaprov, diciotto anni (diciannove a giugno sottolinea!) nato a Piacenza da genitori originari della Repubblica di Macedonia. La sua vocazione verso gli altri ed in particolare nella sfera sanitaria non è un caso ma ha radici lontane.

«Mia madre, da molti anni, ha alcuni problemi seri di salute e l’ho sempre voluta aiutare al massimo. E’ anche per lei che sono entrato in questo mondo. Sono studente di quinta superiore al Casali, indirizzo socio sanitario».

Una volta finite le superiori cosa hai intenzione di fare?

«Credo che continuerò con l’università studiando infermieristica».

Da quanto sei in Croce Rossa

«Sono entrato da poco più di un anno. Sono venuti i volontari nella mia scuola a presentare i corsi base. Hanno parlato dei tanti progetti che si fanno e diciamo che era “il mio piccolo sogno”. Era un mondo che mi aveva sempre interessato ma non sapevo come si potesse farne parte. L’ho scoperto ed ho colto l’occasione».

Che attività svolgi esattamente?

«Tutti i nuovi volontari che entrano in Croce Rossa, attraverso il corso base, ed hanno meno di 32 anni, diventano volontari della cosiddetta Area 5 o Area Giovani. Andiamo nelle scuole a fare formazione, abbiamo partecipato a Futuro in Salute (le tende per il check-up allestite sul Facsal ndr), abbiamo supportato gli atleti della mezza maratona. Questo prima dell’emergenza Coronavirus. Ora invece sono partiti due maxi progetti: Pronto spesa e Pronto farmaco. Quest’ultimo è un progetto che parte dalla Croce Rossa nazionale. Le persone che sono in casa, ad esempio in quarantena o con difficoltà, possono chiamare un numero verde. Noi recapitiamo a casa le medicine.  Pronto Spesa è invece un progetto del comune di Piacenza e in questo caso noi ragazzi portiamo la spesa a domicilio».

Nel portare le medicine e la spesa avete un po’ di paura del rischio contagio?

«No innanzitutto perchè usiamo i Dpi, come le mascherine e i guanti. Poi, secondo me, chi fa questo tipo di volontariato non deve avere paura di contrarre il virus ma deve fare attenzione. Se avessimo paura si fermerebbe tutto. Cerchiamo di fare le cose nei modi giusti, seguendo le regole e questo ci dà sufficiente sicurezza. I miei colleghi sono straordinari. Facciamo anche turni di 12 o 13 ore se c’è l’esigenza. E’ vero siamo stanchi, a volte stremati, ma non ci fermiamo».

Tu peraltro hai la maturità quest’anno?

«Si».

Quindi fai le lezioni in videoconferenza?

«Quando riesco si. Ma visto che sono molto impegnato in Croce Rossa i professori, se non posso collegarmi, mi registrano le lezioni e me le mandano. Io quando ho tempo le visualizzo e faccio i compiti».

A scuola come vai?

«Sono abbastanza bravo. Mi piace la conoscenza.  Per questo ad esempio ho partecipato anche ad un progetto Erasmus con la scuola Romagnosi. Siamo andati al Parlamento Europeo. Eravamo ragazzi di varie nazioni ed abbiamo lavorato a progetti per rendere migliori le nostre scuole. Una bellissima esperienza».

Curiosando fra i tuoi profili social intuiamo che la musica è un’altra parte importante della tua vita.

«Studio pianoforte all’Accademia della Musica Moderna. Suono ormai da una decina d’anni. Il pianoforte mi ha aiutato nei momenti in cui ero un po’ più debole. Vedere tua mamma che non sta bene davanti a te … a nove anni, dover intervenire, così piccolo, per darle una mano ed impedire che succeda qualcosa di irreparabile … è una cosa che non cancelli. La musica mi è servita tantissimo. Così come entrare in Croce Rossa un anno e mezzo fa. Ero diciamo in un momento di “calo” con me stesso. Ho avuto un periodo in cui ero molto autocritico e vedevo più cose brutte che belle. Non avevo per fortuna una depressione ma un senso di profonda tristezza sì. Trovare un’attività come il volontariato che mi gratificasse mi è servito molto. Anzi ormai è diventato quasi la mia droga».

(Le foto della Crocerossa sono di Mario Carminati)

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