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L’artista piacentino Davide Volpi tra i protagonisti di “Broken Flowers” a Milano

La collettiva, visitabile fino al 19 ottobre, è ospitata negli spazi della Galleria Giovanni Bonelli e curata da Gherardo Quadrio Curzio

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Davide Volpi, artista piacentino, è tra i cinque protagonisti della mostra “Broken Flowers”, inaugurata ieri presso la sede milanese della Galleria Giovanni Bonelli. Insieme a lui espongono Manuel Esposito, Cristiano Pizzi, Flaminia Veronesi e Andreas Zampella. L’esposizione, curata da Gherardo Quadrio Curzio, rimarrà aperta fino al 19 ottobre negli spazi di via L.P. Lambertenghi 6.

Il percorso della rassegna traccia un orizzonte comune nel raccontare il quotidiano e la realtà di ogni giorno con toni sospesi tra delicatezza e nostalgia. Punto di partenza è un passaggio da L’Aleph (1949) di Jorge Luis Borges: “Accettiamo facilmente la realtà, forse perché intuiamo che niente è reale”.

L’impatto con il reale, infatti, appare forte e al tempo stesso rarefatto: attraversato da un’ironia disillusa, capace di muoversi liberamente tra elementi del quotidiano e accenti fantastici. Perché la realtà, per poter essere accolta, deve talvolta essere tradita, resa iperbolica o quasi irreale: solo così diventa percepibile nella sua autenticità. Bellezza e amarezza, ironia e immaginazione convivono nel tentativo di modellare e addolcire l’esperienza ordinaria. Fuori dalla realtà, paradossalmente, la realtà si fa più reale.

I cinque artisti intrecciano linguaggi diversi e complementari: le opere di Flaminia Veronesi e Manuel Esposito si muovono in un immaginario colorato e decadente, a metà fra gioco e inquietudine, leggerezza e grottesco. Andreas Zampella rielabora oggetti quotidiani, segnati e lacerati ma al tempo stesso vibranti, leggiadri, quasi antropomorfi. Cristiano Pizzi lavora con delicate stratificazioni, in contrasto con il tratto minuzioso di Davide Volpi e con il peso scenico delle sue cornici spesse. I due si ritrovano però in sintonia nel restituire un senso ovattato e sbiadito delle immagini, evocando quell’amara esperienza del reale che attraversa e accomuna l’intera mostra.

Opera “Salvation is a last-minute business”, 2025; grafite, matite colorate, pigmento in polvere e acrilico su carta applicata su cartone, cornice in ferro, vetro sabbiato, bulloni in acciaio, dadi ciechi in acciaio, rondelle in plastica; 29,4 x 20,8 x 7,4 cm.
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