L’assessore al bilancio del comune di Piacenza, l’avvocato Paolo Passoni, ci ha abituato, in questi mesi a lavorare nel silenzio senza rilasciare molte dichiarazioni. Ma oggi interviene con un comunicato – che pubblichiamo qui sotto – sui tagli ai teatri che i consiglieri regionali PD Tarasconi e Molinari avevano definito intempestivi rispetto alla candidatura a Capitale della Cultura Italiana 2020.
«Con riferimento alle dichiarazioni dei consiglieri regionali, Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari, apparse sui mezzi di informazione locale e relative all’incoerenza dei tagli alla Fondazione Teatri nel, momento in cui Piacenza si candida a Capitale della cultura, ritengo opportuno precisare che mi risulta davvero difficile comprendere il tempismo di questo intervento.
Difficile comprenderlo in primo luogo perché quando una comunità si presenta per un traguardo così importante la stessa, a partire dai suoi esponenti politici locali, regionali e nazionali, dovrebbe mostrarsi unita e coesa nella promozione della sua realtà e dimostrare la capacità di fare sistema invece di aprire infondate e sterili polemiche.
Infondato e sterile risulta quanto affermato se si considera che, diversamente da quanto dai consiglieri dichiarato, la diminuzione del contributo alla Fondazione Teatri non è stato un provvedimento imposto dall’attuale Amministrazione comunale (la mannaia inflitta da chi non crede nella cultura come paventano!) ma il frutto di un confronto con la stessa Fondazione Teatri al quale ha fatto poi seguito la adozione da parte della Giunta Comunale della delibera n. 406 del 4 dicembre 2017 (…i consiglieri regionali, con grande tempismo, solo oggi hanno deciso di scatenare la polemica!).
Confronto nel corso del quale, proprio al fine di non danneggiare l’ottimo lavoro in questi anni svolto dalla Fondazione Teatri per assicurare una proposta culturale in grado di attrarre sempre più pubblico, sono stati esaminati i dati gestionali, è stata favorevolmente valutata la sempre maggiore capacità della Fondazione di essere attrattiva per sponsorizzazioni private (ricordo del resto ai consiglieri regionali che l’indirizzo da anni espresso dal Governo è che la produzione culturale non debba essere espressione del solo intervento pubblico ma anche di quello privato) e sono state condivise possibili voci di risparmio nella gestione.
Infine tengo a precisare, per quanto occorrer possa, che la precedente Amministrazione (di cui ha fatto parte per un certo periodo la consigliera Tarasconi) aveva nel corso degli anni, ridotto sensibilmente il contributo alla Fondazione Teatri».