L’avvio del blocco degli euro 4 dal primo di ottobre sta suscitando molte polemiche, diventando elemento di scontro politico. Anche Piacenza ha varato oggi l’ordinanza con le limitazioni per le auto più vecchie e per i camini aperti e le stufe a bassa efficienza.
Anche Legambiente interviene sul tema e sostiene che «L’obiettivo di trovare una soluzione strutturale all’inquinamento dell’aria nel bacino padano è un tema fondamentale, sia per la salute dei cittadini che per l’infrazione comunitaria che pende sulle teste delle nostre regioni. Bene ha fatto quindi la regione Emilia-Romagna a lanciare questo segnale, che deve necessariamente trovare attuazione sui territori attraverso l’impegno dei Sindaci. E’ evidente che una misura di questo tipo non è stata finora supportata con una adeguata campagna di comunicazione: tanti cittadini scoprono solo ora il divieto, nonostante il Piano Aria sia vigente da due anni. Inoltre, a causa della mancanza di coraggio dei Comuni che hanno preferito ignorare la cosa, si sono persi due anni per garantire un passaggio meno traumatico. Nei due anni trascorsi sarebbe stato inoltre fondamentale attuare misure strutturali sia per supportare le fasce di reddito più deboli che non sono in condizione di sostituire il proprio veicolo, che per sviluppare delle alternative per favorire l’efficienza e ridurre il costo del trasporto collettivo almeno nel periodo invernale durante il quale sono in vigore le limitazioni al traffico».
Legambiente chiede che ora si attuino azioni di controllo e sanzione affinché il provvedimento sia realmente rispettato (e non rimanga solo sulla carta), ma soprattutto che ai blocchi si aggiungano misure per favorire l’accesso al trasporto collettivo da parte di tutti i cittadini.
«A solo titolo di esempio proponiamo almeno per il periodo in cui sono in vigore le limitazioni al traffico – continua Legambiente – sconti sul trasporto pubblico e tariffe uniche per le città capoluogo ed i rispettivi comuni di cintura. In particolare, per il bacino metropolitano di Bologna ci sembra utile l’introduzione di un abbonamento sperimentale al TPL con una tariffa unica di bacino che favorisca la riduzione del traffico dovuto al pendolarismo».
Altro tema centrale è quello della presenza e corretto funzionamento dei parcheggi scambiatori ai margini delle città serviti con un adeguato collegamento di trasporto pubblico, per garantire un facile accesso in città senza utilizzare l’auto privata.
«Va denunciato infine – conclude Legambiente – il fallimento delle politiche di coordinamento del bacino padano, dato che Veneto, Lombardia e Piemonte applicheranno la misura del blocco dei Diesel euro 4 solo nel 2020. Chiediamo al Ministro Costa di dare un segnale che supporti questo passaggio, magari rendendo disponibili risorse per aiutare le famiglie e sviluppare un sistema di mobilità collettiva che consenta di tenere le auto fuori dai grandi centri urbani, attraverso parcheggi scambiatori e misure di supporto al TPL».