L’inchiesta sull’Ausl di Piacenza non divide solo la politica con la destra che chiede l’immediato commissariamento dell’azienda sanitaria e la sinistra che assume una posizione più attendista e posticipa eventuali decisioni alle (lontane) risultanze processuali. Anche i sindacati assumono posizioni fra loro molto distanti con la CGIL che ricalca più o meno la linea del sindaco Tarasconi e dell’assessore Fabi ed esprime “fiducia nella magistratura” e “stima e fiducia nei confronti del personale sanitario” (più sotto il comunicato).
Di tenore ben diverso il comunicato diffuso dalla Cisl in cui si evidenzia “la necessita di interventi urgenti, profondi e capillari per ripristinare un modello di governance in grado di leggere tempestivamente i segnali e di adottare tutte le misure preventive, organizzative e di controllo del caso”.
INDAGINE SU APPALTI AUSL: “TANTO TUONÒ CHE PIOVVE” – NON DA OGGI LA CISL LANCIA ALLARMI RIPETUTI
La notizia dell’ultima indagine della Procura che coinvolge 20 persone tra vertici AUSL, dipendenti e manager di società private per presunte irregolarità nell’aggiudicazione di gare d’appalto per un valore di 7 milioni di euro, oltre alla gestione di fondi PNRR per 17 milioni, non rappresenta per la CISL di Parma e Piacenza un fulmine a ciel sereno, né può essere considerata un episodio a se stante, slegato da quelli precedenti, ma è purtroppo l’ennesima conferma che un ambiente di lavoro e una cultura lavorativa disfunzionali, soprattutto se radicati, costituiscono circostanze e fattori che possono aumentare il rischio di abusi di varia natura.
Al di là di quelle che saranno le (eventuali) responsabilità accertate dalla Magistratura e fatta sempre salva la presunzione di innocenza dei soggetti indagati fino a quando non ne venga accertata definitivamente la colpevolezza, come CISL e CISL Funzione Pubblica di Parma e Piacenza, crediamo che si debba avere comunque il coraggio di affermare che i molti – troppi episodi – avvenuti ed emersi all’interno dell’Azienda USL di Piacenza testimonino il fatto che ci si trovi davanti a un fenomeno complesso e radicato e ad una situazione fuori controllo – come affermano Michele Vaghini ed Elisabetta Oppici della Segreteria Confederale CISL Parma e Piacenza – che necessita di interventi urgenti, profondi e capillari per ripristinare un modello di governance in grado di leggere tempestivamente i segnali e di adottare tutte le misure preventive, organizzative e di controllo del caso: a pagare le conseguenze di questo clima di instabilità e incertezza in continua crescita non devono essere le tantissime lavoratrici e lavoratori che, pur in un contesto non semplice, con profondo senso del dovere, spirito di abnegazione e integrità etica, continuano a garantire la tenuta dei servizi – sottolinea Giovanni Oliva, Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica di Parma-Piacenza, né le migliaia di cittadini – soprattutto i più fragili ed anziani – che quotidianamente accedono ad essi per i propri bisogni di cure.
Come CISL Confederale e come categoria della Funzione Pubblica, pur avendo sempre manifestato piena fiducia nella Magistratura e tenuto sempre doverosamente conto del fatto che vige il principio della presunzione di innocenza sancito dalla legge, avevamo già manifestato le nostre preoccupazioni e sollevato criticità nella gestione dell’Azienda Sanitaria piacentina, chiamando a responsabilità tutti gli attori istituzionali, attraverso le nostre recenti prese di posizione, in particolare in ordine a:
Lo scandalo delle molestie sul lavoro che aveva visto come vittime, le lavoratrici dell’Azienda USL di Piacenza, che proprio ieri hanno chiesto a gran voce tramite una raccolta firme, una presa di posizione forte e l’adozione di interventi a tutela della dignità e dell’integrità delle donne che operano all’interno dell’AUSL;
Le criticità organizzative dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU) con le conseguenti ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale, come segnalato dalla FNP CISL;
Quest’ultima indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e svolta dalle Fiamme Gialle, che ha il merito di aver fatto emergere procedure con profili di criticità relative alla gestione di risorse pubbliche da parte dell’AUSL di Piacenza anche con riferimento alla realizzazione e ammodernamento di strutture sanitarie territoriali, conferma purtroppo i nostri timori e le nostre denunce: la CISL aveva percepito un clima di opacità che oggi trova riscontro nelle contestazioni mosse dalla Procura: ribadito il fatto che in alcun modo il sindacato vuole assurgere al ruolo di “tribunale” e che come CISL non intendiamo in alcun modo emettere sentenze politiche sommarie, riteniamo invece che quello che occorre fin da subito è un atto di grande responsabilità e coraggio, in primis da parte dell’Azienda, che deve avere la capacità di mettersi in discussione ora,(se non ora, quando?) senza attendere gli esiti dei procedimenti giudiziari perché un conto sono le singole responsabilità che dovessero essere eventualmente accertate a seguito di sentenza, un conto è la responsabilità politica che è in capo a chi realizza la governance di un’azienda pubblica e quindi alla capacità di gestire la cosa pubblica garantendo efficacia, efficienza, trasparenza, nel pieno rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori, in primis quello ad operare in un ambiente in grado di preservarne la dignità e il benessere.
Crediamo anche che quanto avvenuto non debba essere conservato nella memoria collettiva solo per una manciata di giorni o fino alla prossima tempesta mediatica: siamo invece convinti che rappresenti un fenomeno complesso che deve essere preso in carico globalmente e che chiama tutti a responsabilità: ecco perché come CISL e come CISL Funzione Pubblica abbiamo deciso di non spegnere i riflettori sulla situazione delle lavoratrici dell’AUSL di Piacenza e alla loro accorata richiesta di azioni concrete in difesa della loro dignità ed integrità. La CISL Funzione Pubblica sta valutando tutte le iniziative utili a sostegno delle loro legittime rivendicazioni perché i temi della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro impongono a tutti, anche al sindacato, di interrogarsi e di operare affinché vengano adottati strumenti in grado di prevenirli e contrastarli perché violenze e molestie pregiudicano non solo la sfera individuale della vittima ma anche la vita relazionale, producendo un pericoloso “effetto domino” che coinvolge l’intera collettività.
La notizia dell’ultima indagine della Procura che coinvolge 20 persone tra vertici AUSL, dipendenti e manager di società private per presunte irregolarità nell’aggiudicazione di gare d’appalto per un valore di 7 milioni di euro, oltre alla gestione di fondi PNRR per 17 milioni, non rappresenta per la CISL di Parma e Piacenza un fulmine a ciel sereno, né può essere considerata un episodio a se stante, slegato da quelli precedenti, ma è purtroppo l’ennesima conferma che un ambiente di lavoro e una cultura lavorativa disfunzionali, soprattutto se radicati, costituiscono circostanze e fattori che possono aumentare il rischio di abusi di varia natura.
Al di là di quelle che saranno le (eventuali) responsabilità accertate dalla Magistratura e fatta sempre salva la presunzione di innocenza dei soggetti indagati fino a quando non ne venga accertata definitivamente la colpevolezza, come CISL e CISL Funzione Pubblica di Parma e Piacenza, crediamo che si debba avere comunque il coraggio di affermare che i molti – troppi episodi – avvenuti ed emersi all’interno dell’Azienda USL di Piacenza testimonino il fatto che ci si trovi davanti a un fenomeno complesso e radicato e ad una situazione fuori controllo – come affermano Michele Vaghini ed Elisabetta Oppici della Segreteria Confederale CISL Parma e Piacenza – che necessita di interventi urgenti, profondi e capillari per ripristinare un modello di governance in grado di leggere tempestivamente i segnali e di adottare tutte le misure preventive, organizzative e di controllo del caso: a pagare le conseguenze di questo clima di instabilità e incertezza in continua crescita non devono essere le tantissime lavoratrici e lavoratori che, pur in un contesto non semplice, con profondo senso del dovere, spirito di abnegazione e integrità etica, continuano a garantire la tenuta dei servizi – sottolinea Giovanni Oliva, Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica di Parma-Piacenza, né le migliaia di cittadini – soprattutto i più fragili ed anziani – che quotidianamente accedono ad essi per i propri bisogni di cure.
Come CISL Confederale e come categoria della Funzione Pubblica, pur avendo sempre manifestato piena fiducia nella Magistratura e tenuto sempre doverosamente conto del fatto che vige il principio della presunzione di innocenza sancito dalla legge, avevamo già manifestato le nostre preoccupazioni e sollevato criticità nella gestione dell’Azienda Sanitaria piacentina, chiamando a responsabilità tutti gli attori istituzionali, attraverso le nostre recenti prese di posizione, in particolare in ordine a:
Lo scandalo delle molestie sul lavoro che aveva visto come vittime, le lavoratrici dell’Azienda USL di Piacenza, che proprio ieri hanno chiesto a gran voce tramite una raccolta firme, una presa di posizione forte e l’adozione di interventi a tutela della dignità e dell’integrità delle donne che operano all’interno dell’AUSL;
Le criticità organizzative dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU) con le conseguenti ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale, come segnalato dalla FNP CISL;
Quest’ultima indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e svolta dalle Fiamme Gialle, che ha il merito di aver fatto emergere procedure con profili di criticità relative alla gestione di risorse pubbliche da parte dell’AUSL di Piacenza anche con riferimento alla realizzazione e ammodernamento di strutture sanitarie territoriali, conferma purtroppo i nostri timori e le nostre denunce: la CISL aveva percepito un clima di opacità che oggi trova riscontro nelle contestazioni mosse dalla Procura: ribadito il fatto che in alcun modo il sindacato vuole assurgere al ruolo di “tribunale” e che come CISL non intendiamo in alcun modo emettere sentenze politiche sommarie, riteniamo invece che quello che occorre fin da subito è un atto di grande responsabilità e coraggio, in primis da parte dell’Azienda, che deve avere la capacità di mettersi in discussione ora,(se non ora, quando?) senza attendere gli esiti dei procedimenti giudiziari perché un conto sono le singole responsabilità che dovessero essere eventualmente accertate a seguito di sentenza, un conto è la responsabilità politica che è in capo a chi realizza la governance di un’azienda pubblica e quindi alla capacità di gestire la cosa pubblica garantendo efficacia, efficienza, trasparenza, nel pieno rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori, in primis quello ad operare in un ambiente in grado di preservarne la dignità e il benessere.
Crediamo anche che quanto avvenuto non debba essere conservato nella memoria collettiva solo per una manciata di giorni o fino alla prossima tempesta mediatica: siamo invece convinti che rappresenti un fenomeno complesso che deve essere preso in carico globalmente e che chiama tutti a responsabilità: ecco perché come CISL e come CISL Funzione Pubblica abbiamo deciso di non spegnere i riflettori sulla situazione delle lavoratrici dell’AUSL di Piacenza e alla loro accorata richiesta di azioni concrete in difesa della loro dignità ed integrità. La CISL Funzione Pubblica sta valutando tutte le iniziative utili a sostegno delle loro legittime rivendicazioni perché i temi della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro impongono a tutti, anche al sindacato, di interrogarsi e di operare affinché vengano adottati strumenti in grado di prevenirli e contrastarli perché violenze e molestie pregiudicano non solo la sfera individuale della vittima ma anche la vita relazionale, producendo un pericoloso “effetto domino” che coinvolge l’intera collettività.
Sanità piacentina CGIL e FP CGIL: fiducia nella magistratura, tutela per chi lavora, difesa del bene pubblico
La sanità piacentina, negli ultimi mesi, è stata travolta da scandali e inchieste. Notizia di queste ore è l’avvio di un’indagine che coinvolge decine di persone. In questo contesto, CGIL e FP CGIL di Piacenza esprimono piena fiducia nell’operato della magistratura, auspicando che venga fatta piena luce su ogni responsabilità.
Allo stesso tempo, ribadiamo la necessità di garantire la massima tutela a tutte le lavoratrici e i lavoratori, perché preservare la sanità pubblica, bene collettivo e diritto costituzionale, deve essere l’obiettivo di tutti: un bene che non va indebolito da logiche distorte o pratiche opache ma va protetto e rafforzato.
Vogliamo inoltre rinnovare la nostra stima e fiducia nei confronti del personale sanitario e non, che ogni giorno e ogni notte, con dedizione e professionalità, manda avanti la sanità piacentina. In questi mesi – segnati da vicende che nulla hanno a che vedere con la vera missione dell’Azienda sanitaria locale – sono proprio queste lavoratrici e questi lavoratori a garantire cura, salute e prevenzione secondo principi solidaristici e universali.
A loro va il nostro ringraziamento più sincero: sono la dorsale dei servizi sanitari pubblici, e a loro confermiamo la nostra disponibilità, il nostro ascolto e il nostro impegno – oggi più che mai, in un momento tanto delicato quanto complesso.