Non si accettano sacchetti di plastica dagli sconosciuti.
Qualche anno fa le nonne ammonivano i nipoti che si aggiravano guardinghi per il Facsal sospettando di tutti e temendo che qualcuno si potesse avvicinare per propinare una manciata di caramelle Rossana “corrette” con chissà quale sostanza stupefacente.
Passano gli anni e le priorità cambiano. Come cambiano le direttive europee e le leggi di applicazione italiane. Le caramelle del 2018 possono anche andare ma con i sacchetti del reparto ortofrutta c’è da fare decisamente più attenzione.
Da qualche giorno non si parla d’altro. Non si fa altro che citare i sacchetti biodegradabili ovunque, anche al primo appuntamento. Un tempo quando non si sapeva cosa dire (e l’incontro era già in crisi nera) la si buttava sul meteo, da un paio di giorni si può buttarla su quei sacchetti che hanno scatenato una piccola grande rivoluzione sui social.
C’è chi ha puntato il dito contro l’ennesimo provvedimento del PD che mette le mani nelle tasche dei cittadini, chi ha contestato le modalità e chi ha già preso in mano la calcolatrice per capire su quali altri fronti tirare la cinghia in vista dell’esborso medio di 3€ annui del tutto imprevisto fino a qualche mese fa.
Eppure quei sacchetti tanto bistrattati e vituperati potrebbero avere un utilizzo del tutto inedito che non era molto probabilmente nemmeno passato per la testa di chi ha applicato la direttiva europea in Italia.
Mentre ci si arrabattava per capire come farla franca all’Esselunga, infatti, l’azienda gestrice dei parcheggi a pagamento cittadini – dette volgarmente “strisce blu” o “possibile che non ci sia più un parcheggio bianco libero” – ha deciso di aumentare le tariffe orarie di 5 centesimi all’ora. La prima ora di sosta passa così dal costo di 1 euro a 1,05 euro. Per le ore successive si passa da 1,20 euro a 1,25 euro.
Inutile scavare fino all’ultimo scomparto del portafoglio: se non sentite una moneta di rame al primo colpo e vi ritrovate davanti al parchimetro è già troppo tardi. Non basterà più l’Euro del resto del bar, servirà dotarsi di un bel carico di monetine.
E proprio qui tornano alla carica i sacchetti biodegradabili. Il ministero della Salute pare aver vietato il riutilizzo per fini alimentari? Nessun problema. L’italiano – e soprattutto il piacentino – sa sempre come cavarsela e come trovare un’alternativa. Una volta lasciata la frutta in cucina lo shopper potrà essere riempito con quelle monetine di piccolo taglio che saranno ricercatissime in ogni parcheggio. Si risparmierà così sull’acquisto di un nuovo portamonete riutilizzando quel sacchetto costato 1 centesimo.
Ecocompatibile, a prova di furto e in linea con le indicazioni del Governo. Attenzione però: con le monete più pesanti potrebbe cedere.
Meglio evitare di utilizzarlo per portarsi in giro l’obolo necessario per l’acquisto del biglietto del bus: gli over 65 sono avvisati.