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Mattia, uscito dal coma, sta percorrendo i primi passi di una nuova vita nel centro di riabilitazione di Fiorenzuola

Colpito da una gravissima polmonite il 38enne della provincia di Cuneo era stato dato per spacciato. In Val d'Arda sono oltre dieci le persone che lo hanno ""adottato" e si danno il cambio per andarlo a trovare e regalargli un sorriso. Il ringraziamento della madre

Abbiamo raccontato ieri, su queste pagine, la bella storia di solidarietà di tanti fiorenzuolani che hanno risposto all’appello di Sabrina Fruttero, una mamma residente in provincia di Cuneo il cui figlio è stato recentemente ricoverato presso preso il reparto di medicina riabilitativa intensiva dell’ospedale di Fiorenzuola. Tante persone si sono rese disponibili ad andare a trovare in ospedale Mattia, 38 anni, durante la settimana, per chiacchierare con lui, fargli compagnia, permettergli di fare qualche videochiamata con i genitori, in attesa che mamma o papà, nei week end arrivino nella nostra provincia dal Piemonte. Un piccolo miracolo natalizio che fa seguito ad un alto grande miracolo, la sopravvivenza del giovane che ad un certo punto i medici avevano dato per spacciato.

Tutto era incominciato qualche mese fa con quella che sembrava una normale influenza accompagnata da relativa febbre (in presenza però di una pregressa immunodeficienza). Invece si trattava di una grave polmonite da pneumococco, con un quadro clinico che è improvvisamente peggiorato. Durante una notte la famosa saturazione dell’ossigeno, che tutti noi abbiamo imparato a conoscere durante al Covid, è crollata al 65%. Il giovane è stato portato in ospedale con l’ambulanza e ricoverato in rianimazione. I medici hanno prospettato un’evoluzione infausta ai genitori, con poche possibilità di sopravvivenza. Anche nel caso in cui avesse superato l’infezione la prognosi era quella di probabili danni cerebrali “devastanti”.

La signora Sabrina, con la forza che solo le mamme sanno mettere in campo, non si è data per vinta. Dopo una decina di giorni, quando le cose sembravano andare già leggermente meglio, ha chiesto ai medici il permesso di far ascoltare un po’ di musica con gli auricolari a Mattia, che era in coma. Improvvisamente il trentottenne si è risvegliato. Sono seguiti giorni di un lento ma progressivo miglioramento: è riuscito a respirare autonomamente, ad assumere cibo frullato, a bere, a non aver più bisogno della dialisi. Il passo successivo è stato quello di conquistare nuovamente la parola anche se con un filo di voce. Gli stessi medici hanno definito questo suo “risalire” un vero e proprio miracolo e lo hanno infine giudicato idoneo ad una riabilitazione di terzo livello. Così dopo un mese di rianimazione ed un mese in reparto a Savigliano giovedì è approdato a Fiorenzuola presso l’unità spinale un tempo ospitata a Villa Verdi, per intraprendere un nuovo e difficile cammino.

 «Gli è stata regalata una nuova vita, un nuovo percorso – commenta mamma Sabrina. – La nonna, da lassù, lo ha protetto e gli ha dato una possibilità di rinascita. Lo avevano dato per spacciato e mi avevano detto che se anche si fosse svegliato sarebbe stato un vegetale, probabile candidato per un trapianto di reni. Invece da una settimana ha anche ripreso a parlare, sottovoce ma parla. Come ogni figlio, quando non ho capito una cosa mi ha subito mandato a quel paese; abbiamo riso tutti e due».

I due genitori di Mattia vivono in provincia di Cuneo dove lavorano entrambi. Vivono separati ma sono in ottimi rapporti. «In tutto ciò che è stato fatto per Mattia il papà Massimo è sempre stato presente. Nonostante siamo separati abbiamo sempre lavorato e collaborato per il suo bene».

Si alterneranno nei week-end al fianco del figlio. Massimo raggiungerà Piacenza il prossimo fine settimana. Sabrina, che ha un nuovo marito, un figlio di 19 anni ed una figlia di 13 verrà  con loro fra quindici giorni per essere di nuovo accanto al figlio. Durante la settimana però Mattia è solo.

«A Mattia piace sorridere. Gli piace regalare sorrisi ed anche riceverli. E’ una persona solare, empatica. Per questo ho lanciato l’appello su Facebook» racconta la madre che non si aspettava tante risposte

«Credevo che mi avrebbero scritto in due o tre. Invece hanno commentato una novantina di persone e già dieci si sono organizzate per andarlo a trovare, altre mi hanno contattato in privato. C’è un signore che ha avuto il fratello in coma, una signora che lavora in un’erboristeria qui vicino che ha dato disponibilità in pausa pranzo, una che ha organizzato un gruppo whatsapp ed è già andata in ospedale. Mi hanno chiesto se avesse bisogno di cibo, shampoo, vestiti. in questo momento difficile per lui è già importante se va qualcuno ogni tanto a fargli un saluto, un sorriso. E’ bello questo paese, Fiorenzuola, con persone così umane in un’epoca in cui tutti corrono e pensano per sé. E’ il regalo d natale più bello che potevo ricevere. Non so davvero come ringraziare tutti».

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