Non c’è due senza quattro per il Comune di Piacenza le cui mosse, una dopo l’altra sembrano incontrare ripetuti ostacoli sul proprio cammino. Dopo le vicende del cantiere di piazza Cittadella, bloccato da mesi in attesa delle decisioni dei giudici, dopo le polemiche suscitate dal nuovo sistema di raccolta puntuale dei rifiuti, dopo la rivoluzione delle scuole medie piacentine e la creazione degli istituti comprensivi che ha suscitato accese prese di posizione da parte di genitori e insegnanti, il “presepe dei guai” dell’amministrazione Tarasconi si arricchisce di nuovi inattesi “protagonisti” che rischiano di rendere amaro il panettone per la Giunta. Questa volta il motivo del contendere è quello del maxi appalto energia da oltre 77 milioni di euro che proprio entro fine anno avrebbe dovuto vedere la firma ufficiale. Ci sono però alcuni intoppi che siamo in grado di rivelarvi e che possono tradursi in mal di pancia per Palazzo Mercanti.
Occorre innanzitutto fare qualche passo indietro, allo scorso mese di novembre, quando – proprio mentre il sindaco annunciava ufficialmente il via libera all’operazione destinata a rivoluzionare illuminazione pubblica, edifici comunali e semafori con tecnologie smart – il TAR di Parma pubblicava la propria decisione con cui aveva accolto (Camera di Consiglio del 5 novembre 2025) il ricorso presentato dal raggruppamento guidato da Getec Italia S.p.A. – insieme a IREN Smart Solutions, Santa Teresa Lighting e Toscana Light – contro il Comune di Piacenza e la società aggiudicataria Edison Next Government.
In quella prima decisione, i giudici amministrativi avevano dato ragione a Getec sul diritto di accesso agli atti, ordinando a Palazzo Mercanti la consegna integrale della documentazione di gara relativa all’offerta dell’impresa vincitrice. Il Comune aveva invece trasmesso solo parte dei documenti, oscurando ampie sezioni ritenute “sensibili” o “riservate”, senza però fornire una motivazione puntuale e circostanziata per ciascun oscuramento.
Una scelta ritenuta illegittima dal TAR di Parma, che aveva ricordato come la secretazione non possa essere generica e indiscriminata, soprattutto quando incide sulla possibilità per un operatore economico di tutelare i propri interessi in una procedura di gara pubblica. Da qui l’ordine al Comune di rilasciare integralmente gli atti entro 30 giorni, con la nomina preventiva del Prefetto di Piacenza quale commissario ad acta in caso di inottemperanza.
«Deve ritenersi illegittima – scrivevano i giudici – la scelta dell’Amministrazione comunale di ostendere la documentazione richiesta con diffusi oscuramenti della proposta… in difetto di una valida e congrua motivazione relativa alla effettiva sussistenza di impellenti ragioni di segretezza».
Se questo ostacolo giudiziario poteva essere facilmente evitato e risolto consegnando la documentazione richiesta nella sua forma non emendata, ora arriva una seconda “bomba” ad orologeria sempre da Getec Italia: proprio ieri avrebbe notificato al Comune guidato dal sindaco Katia Tarasconi un nuovo ricorso davanti al TAR di Parma, questa volta diretto contro la concessione aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese composto da Edison Next Government Srl e Mercurio Srl. Il tema dunque si sposta dal piano della trasparenza degli atti a quello della legittimità dell’intera procedura.
L’istanza – che si ricollega anche a un precedente ricorso del 2024 contro la selezione che aveva individuato Edison come soggetto promotore del partenariato pubblico-privato – chiede la sospensione d’urgenza e l’annullamento dell’assegnazione della concessione avvenuta circa un mese fa, gara in cui Getec si era classificata seconda.
Sul piatto, come si accennava, c’è un’operazione da oltre 77 milioni di euro, distribuiti su 14 anni e mezzo di concessione. Al momento il contenuto del ricorso rimane riservato, in vista della discussione sulla richiesta di sospensiva davanti al TAR, prevista indicativamente per metà gennaio. Tuttavia, da ambienti informati trapela che l’atto presentato dall’avvocato Mauro Pisapia, dello studio milanese Simmons & Simmons, sia articolato e dettagliato, con contestazioni puntuali sia sotto il profilo procedurale sia su quello sostanziale, legate a presunte violazioni delle norme del Codice degli appalti.
Alla vigilia di Natale, dunque, il maxi appalto simbolo della transizione energetica cittadina si ritrova al centro di una partita giudiziaria tutt’altro che secondaria. E quella che a novembre era sembrata solo una bacchettata sulla trasparenza rischia ora di trasformarsi in un percorso accidentato per un’operazione che invece – date dimensioni e impatto – avrebbe dovuto viaggiare su binari inattaccabili.




