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HomeAttualitàMorte di Aurora Tila: l’ex fidanzato condannato a 17 anni

Morte di Aurora Tila: l’ex fidanzato condannato a 17 anni

La tredicenne precipitò dal settimo piano del palazzo di via IV Novembre a Piacenza. Il giovane giudicato colpevole di omicidio pluriaggravato

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Diciassette anni di carcere per l’ex fidanzato di Aurora Tila, la tredicenne piacentina morta il 25 ottobre 2024 dopo essere precipitata dal balcone all’ultimo piano del condominio di via IV Novembre. Lo ha deciso nel pomeriggio di oggi, lunedì 3 novembre, il tribunale per i minorenni di Bologna, riconoscendo il ragazzo, oggi sedicenne, colpevole di omicidio pluriaggravato.

La sentenza è arrivata dopo una lunga camera di consiglio, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. Il pubblico ministero Simone Purgato aveva chiesto una condanna a vent’anni e otto mesi, sostenendo che la caduta non potesse in alcun modo essere attribuita a un gesto volontario della vittima. Per l’accusa, si trattò di un delitto maturato all’interno di una relazione segnata da ossessione e controllo.

La madre della ragazza, Morena Corbellini, ha accolto con commozione la decisione dei giudici: «Ora giustizia è stata fatta» ha dichiarato all’uscita dal tribunale, accompagnata dai suoi legali, gli avvocati Anna Ferraris e Mario Caccuri.

Secondo la ricostruzione emersa nel corso delle indagini, Aurora e il ragazzo si erano conosciuti sui social circa un anno prima dei fatti. Un’amicizia nata online e trasformatasi in breve tempo in un rapporto sbilanciato, che la giovane avrebbe cercato di interrompere. Il rifiuto, secondo la procura, non era stato accettato dal ragazzo, che avrebbe iniziato a seguirla e a contattarla con insistenza.

La mattina della tragedia, Aurora era uscita di casa per andare a scuola ma non vi arrivò mai. Poco dopo le 9, il suo corpo venne trovato nel cortile della palazzina in cui viveva. Le perizie medico-legali hanno escluso l’ipotesi del suicidio e anche quella dell’incidente.

Il giovane, detenuto nel carcere minorile di Bologna, si è sempre proclamato innocente, sostenendo che la ragazza si fosse sporta volontariamente dal balcone. Versione che la procura non ha mai ritenuto credibile, anche alla luce di alcune testimonianze raccolte durante il processo.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Ettore Maini e Rita Nanetti, ha già annunciato che presenterà ricorso in appello, contestando l’attendibilità di alcuni passaggi dell’istruttoria.

Per il tribunale, però, la dinamica è chiara: Aurora Tila non si è lanciata, ma è stata spinta nel vuoto al termine di una lite. Con la condanna a 17 anni — ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato — si chiude il primo capitolo di una vicenda che ha sconvolto Piacenza e l’intero Paese.

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