«Non serve questa immigrazione, non crediamo che quell’uomo ci pagherà le pensioni. Se condannato, quel profugo prima resterà in carcere a lungo, poi dovrà essere espulso perché la sua domanda di asilo dovrà essere necessariamente bocciata».
I parlamentari leghisti, Elena Murelli e Pietro Pisani, stigmatizzano l’ennesimo episodio di violenza commesso da un immigrato. «Inasprire le pene non è solo una promessa elettorale – affermano Murelli e Pisani – ma è parte del contratto di governo che troverà attuazione. Gli immigrati devono essere controllati quando entrano sul territorio nazionale, devono giurare di rispettare le nostre leggi e devono essere puniti in modo esemplare se deliberatamente tradiscono il giuramento. Amplieremo la platea dei reati per i quali si potrà essere espulsi».
«Dopo i tanti profughi richiedenti asilo arrestati per spaccio – continuano – ora abbiamo toccato il fondo con un cittadino del Mali accusato di violenza sessuale su una bambina di 9 anni».
E preoccupa la recrudescenza di reati contro le donne, che non sembra arrestarsi: madre e figlia, entrambe bariste cinesi, aggredite da sei egiziani e un marocchino. «Tutto questo a pochi giorni dalla barista violentata da un romeno. Tra i cittadini aumenta il senso di insicurezza. Serve un maggiore contrasto a questi reati e pene immediate e certe – concludono i parlamentari del Carroccio – senza lesinare il carcere, quando il codice penale lo prevede. Limitare la libertà personale, in certi casi, può far riflettere chi usa la violenza e mette al sicuro chi l’ha subita oltre che dare ai cittadini un più marcato senso della giustizia».