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Nessuna traccia di Spike. Stefano Repetti dopo i droni mette in campo una ricompensa importante

E’ la storia di un’amicizia profonda, di un legame improvvisamente interrotto e sostituito da un vuoto angosciante, dal non conoscere l’uno il destino dell’altro.

Quella che vi raccontiamo è la storia di Stefano e Spike ed è iniziata un anno e mezzo fa quando Repetti, trentenne piacentino, agente immobiliare ha portato nel suo appartamento di Piacenza un cucciolo di staffordshire terrier.

Sono passati i mesi e fra i due è cresciuto un rapporto divenuto di reciproca interdipendenza.  Appena prima di Natale, il 23 dicembre, da Piacenza dove vivono, si sono spostati nella seconda casa, appena sopra Bobbio in  zona Lagovisione, per trascorrere le feste con i genitori di Stefano. Come altre volte Spike è stato lasciato libero di correre davanti a casa, una costruzione isolata dove era stato felicemente altre volte.

«E’ un cucciolone di diciotto mesi, dolcissimo, affettuoso. Fa amicizia con tutti – ci racconta Stefano Repetti. –  Se ha un difetto è quello di essere fortemente curioso. Temiamo sia stato attratto da un rumore, dal movimento di un animale selvatico e che si sia avventurato nel bosco qui vicino».

Quando il cane non è tornato a casa è incominciata la ricerca nelle zone circostanti, purtroppo senza esito.

«Fosse un cane da caccia, in queste aree potrebbe anche passare inosservato, essere confuso con altri. Spike invece si nota sicuramente».

Invece non ci sono tracce?

«C’è stato un avvistamento, la sera della Vigilia, vicino al Ponte Gobbo, a due passi dal paese, poi più nulla».

Eppure avete messo in campo tutte le risorse possibili.

«Abbiamo usato droni e cani molecolari eppure non siamo riusciti a rintracciarlo. Qualche pista i cani l’hanno seguita ma non hanno portato a nulla di concreto, ad un certo punto si interrompevano. E’ strano. Lo abbiamo cercato per intere giornate, battendo i boschi palmo a palmo».

Teme il peggio?

«Continuo a sperare. Sono passati nove giorni ed è nevicato per tre. E’ un cane di città, non un animale rustico. La paura è che magari sia caduto in un crepaccio oppure che abbia incontrato un branco di lupi e si sia avvicinato per giocare e possa essergli successo qualcosa. Però qualche traccia si dovrebbe vedere. L’altra possibilità è che qualcuno lo abbia visto e preso con sé, decidendo di tenerselo».

Per questo avete messo una ricompensa importante, di cinquemila euro.

«Ne spenderei anche di più. Basta riavere il cane. Vivo con lui. Il nostro è un legame fortissimo. Siamo io e lui, viviamo assieme, sempre. Quando non sono al lavoro sono con Spike. Sarebbero i soldi meglio spesi della mia vita. Per questo sui volantini che abbiamo preparato e che stiamo appendendo e diffondendo sui social abbiamo scritto che ci va bene anche essere contattati in forma anonima. Non mi interessa sapere chi lo ha preso e perché. Anche se qualcuno lo ha tenuto, sbagliando, me lo restituisca. Cinquemila euro, tanto più di questi tempi, possono essere una ricompensa importante. Spero che siano un incentivo sufficiente».

Il cane è riconoscibile per un qualche particolare?

«Quando si è perso indossava un collare bordeaux ed collare anti pulci e naturalmente ha il microchip. Pesa sui 16, 17 chili».

Nei giorni scorsi, sempre a Bobbio si erano persi anche altri cani e si era ipotizzato di fare altre ricerche sempre coi droni o addirittura con un elicottero.

«Che io sappia si erano persi due labrador ma loro sono stati ritrovati quasi subito. Spike invece resta ancora inghiottito nel nulla».

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