Silvia Brega, presidente del Comitato “i Castlan i disan no” ed il vicepresidente Angelo Boledi intervengono con un comunicato sul tema dell’ospedale di castel San Giovanni e si domandano se la struttura sanitaria “sia in agonia”. Qui di seguito il testo:
«Con la tristezza nel cuore, apprendiamo che un altro stimato professionista il Dr. Gheduzzi Claudio, ortopedico in forza al reparto dell’Ospedale di Castelsangiovanni se n’è andato via. Anche lui! così come in precedenza la Dr.ssa Scagnelli, ha dato le dimissioni. Non sarà forse, viene da chiederci, che i nostri bravi professionisti se ne vadano a causa delle condizioni di lavoro che hanno impedito loro di lavorare nelle migliori condizioni per esprimere al meglio tutte le proprie professionalità? E se ciò fosse comprovato, a chi o a cosa potrà giovare questa strana situazione?
Diminuendo la presenza di bravi medici, diminuiranno di conseguenza gli ingressi nel nostro ospedale e per contro AUMENTERA’ la mobilità PASSIVA visto che i nostri professionisti, trasferitisi in Lombardia saranno seguiti per la fiducia di cui godono dai loro pazienti, incrementando i rimborsi che la Regione Emilia Romagna dovrà sostenere per onorare le prestazioni dei suoi ammalati effettuate all’” estero”, in altra Regione.
Con la salute non si scherza e ognuno di noi sceglie di essere curato dal professionista di cui si fida. Basterebbe quindi rimettere nel nostro ospedale il personale medico necessario e del giusto livello, per ripristinare l’attrattività per mantenerlo pienamente operativo, come nei recenti trascorsi. Così che i cittadini possano essere contenti di avere le cure ospedaliere vicino a casa ma soprattutto siano contenti di vedere che i dodici milioni di euro da poco investiti nell’ospedale di Castello con nuovi impianti, nuove costruzioni e nuove sale chirurgiche, finanziati da loro stessi in qualità di contribuenti, sarebbero “ammortizzati” con il pieno impiego di mezzi ed attrezzature, a “produrre” salute pubblica di alta qualità. Nessuna impresa si permetterebbe mai la rottamazione o il sottoimpiego di macchinari, impianti e di edifici moderni ed appena acquistati. È risaputo però che anche il miglior impianto può funzionare ed è produttivo solo se c’è organizzazione, presenza di buoni e professionali operatori e la materia prima, che in sanità purtroppo non manca mai. Riteniamo quindi doveroso che i nostri Amministratori, con lo zelo e l’onestà del buon padre di famiglia lascino da parte i diktat politici e possano operare ed organizzare la sanità pubblica finalmente orientati soltanto al bene pubblico ed a ciò che i cittadini vogliono.
Gli investimenti pubblici per circa 12.000.000€ a Castelsangiovanni a cosa sarebbero serviti se ora si lasciano andar via i bravi medici? Non sarebbe ora di fermare, anzi guarire l’emorragia? lasciare “scappare” come sta succedendo i bravi professionisti, è buona amministrazione? Che ne sarà dei macchinari ed impianti senza di loro? Ed i nostri cittadini, dove dovranno andare per curarsi?
Il nostro Comitato da quasi 2 anni grida a gran voce la situazione preoccupante che si stava delineando ed ora, con tristezza, ne vive il concretizzarsi.
Il tempo per i nostri sindaci ed i nostri rappresentanti politici sta scadendo. Se non si attiveranno con urgenza impugnando il piano di riordino prendendo esempio dal coraggioso Sindaco di Montegabbione (MC) che, ricorso in cassazione ed al TAR dell’Umbria, assieme al comitato pro-ospedale ha ottenuto la riapertura di un reparto del suo ospedale (sentenza N° 00098/2018).
CHIEDIAMO ANCORA UNA VOLTA A SFINIMENTO un sussulto di coscienza ai NOSTRI SINDACI non più tollerando il loro comportamento che riteniamo APATICO e distaccato dai bisogni dei loro concittadini. Cittadini comuni che ci segnalano i loro disagi scaturiti dalle trasformazioni messe in atto con Il piano di riorganizzazione sanitario. E dei bravi professionisti sanitari che la nostra società ha contribuito a formare e che a loro volta lamentano disagi operativi che in più di un’occasione li spingono a trasferirsi. Allo stato attuale, considerato l’intasamento dell’ospedale di Piacenza dovuto anche all’abbattimento di quello di Fiorenzuola riteniamo doveroso venga bloccato il depotenziamento in corso di Castel San Giovanni, auspicando, anzi, un rafforzamento dei servizi almeno fino a quando la situazione ospedaliera provinciale non sarà ripristinata.
Silvia Brega, presidente – Angelo Boledi, vicepresidente del Comitato i Castlan i disan no».