Attraverso la maturità sono passati più o meno tutti. Anche chi oggi si trova dall’altra parte della barricata, nel ruolo di professore, un tempo, affrontatò l’esame nelle vesti di studente, come Paolo Rizzi, docente di Politica Economica e Economia Applicata alla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza.
Che emozioni le tornano in mente di quei giorni?
“Mi sono diplomato nel 1981, me lo ricordo con molto piacere perchè eravamo e siamo tuttora una classe molto unita, infatti anche adesso ogni anno facciamo una rimpatriata anche con alcuni docenti di allora. Avevamo modalità di studio molto diverse, accadeva spesso che quelli più bravi aiutassero quelli che facevano fatica, preparavamo matematica assieme, andavamo a casa di uno o dell’altro, facendo delle pseudo lezioni di recupero”.
Che tema scelse?
“Avevo scelto un saggio sulla contemporaneità, sulle comunicazioni”
Com’è stata la sua “Notte prima degli esami”?
“Non avevo grosse tensioni. In matematica ero molto preparato. Addirittura un amico recentemente mi ha ricordato che all’epoca “gli passai il compito”. Eravamo preparati bene tutti, dato che ci eravamo aiutati, e poi avevamo docenti molto in gamba”.
Cosa ricorda invece dell’esame?
“Ricordo che cercai di vestirmi bene, tuttavia finii per mettere una polo con la cravatta. Andavamo a sentire gli orali reciproci, era un ricordo di comunità, grazie ad alcuni docenti in particolare, come il professor Schinardi, studiavamo con approfondimenti, un metodo di ricerca che mi ha segnato per tutta la vita, sia me sia tutta la classe.
Il nostro preside era il professor Albrto Gromi ed avevamo con lui un rapporto di amicizia e di rispetto. Le assemblee erano momenti molto sentiti, all’epoca si parlava tanto di aborto, di violenza e di armi”.
QuotidianoPiacenzaOnline