Sarà una disfida tutta in salsa emiliana quella per la successione di Susanna Camusso alla guida della Cgil. Da una parte ci sarà infatti il reggiano Maurizio Landini, cresciuto alla camera del lavoro di via Roma e poi diventato segretario della Fiom, frequentatore di ribalte televisive e portatore di una linea “dura e pura” che guarda molto più al sociale, alla sinistra, che non al centro.
Dall’altra c’è invece un piacentino, Vincenzo Colla, nato ad Alseno di Piacenza nel 1962. Anche lui viene dal settore metalmeccanico: partito come delegato in una azienda, nel 1985 è entrato nella segreteria provinciale della Fiom di Piacenza. Due anni dopo è stato eletto segretario generale della stessa categoria e nel 1996 è diventato segretario generale della Cgil piacentina.
Nel 2002 è passato nella segreteria della Cgil Emilia Romagna, in cui ha diretto il Dipartimento organizzazione per otto anni. Dal 5 luglio 2010 è Segretario Generale regionale, carica che è stata confermata nel corso del XI Congresso Regionale, tenutosi a Riccione nel marzo del 2014. Il 29 novembre 2016 è stato eletto nella segreteria nazionale della Cgil.
Di loro dopo Corriere ed Huffington Post si è occupato, sabato anche il Foglio che ha dedicato a Colla un’intera pagina.
Le elezioni si terranno a gennaio 2019. L’ingresso nella competizione di Colla sembra aver scompaginato i giochi per Landini che sta lavorando a questa “scalata ai vertici” ormai da parecchi tempo e che ora dovrà fare i conti con un altro sindacalista di lungo corso, molto radicato in Emilia, dal tratto più bersaniano, più socialdemocratico e meno populista.
Il piacentino, intanto, oltre a girare la penisola partecipando a vari congressi territoriali, usa anche i social per tratteggiare la sua linea che appare molto critica nei confronti dell’attuale governo giallo-verde, molto più di quella tenuta dallo stesso Landini.
Come in un recente post sul caso Riace, pubblicato su Facebook: “Riace è un altro pezzo di umanità che viene violentemente strappato al nostro paese. È l’ennesimo atto muscolare di questo governo che attacca a testa bassa democrazia e diritti di cittadinanza. Non restiamo a guardare. Mobilitiamoci tutti insieme” ha scritto Colla.
L’appuntamento è dunque a dopo Natale per capire quali delle due visioni sindacali e culturali prevarrà. Una disfida non troppo dissimile da quella culinaria fra i due piatti del territorio, i cappelletti e gli anolini: tanto buoni entrambi che è difficile dire se uno sia davvero migliore dell’altro!