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Piacenza ed il dono dell’invisibilità

Non c’è bisogno di scomodare Harry Potter ed il suo mantello magico; basta chiamarsi Piacenza e far parte di una regione come l’Emilia Romagna per guadagnarsi istantaneamente il dono dell’essere impercettibili ai più.

Non serve nemmeno invocare un novello Einstein per dimostrare la teoria dell’invisibilità all’ombra del Gotico: è sufficiente dare una veloce scorsa alle cronache recenti per scovare svariati esempi. Come lo scorso anno quando da via Aldo Moro, a Bologna, qualcuno si dimenticò di invitare i salumi della nostra provincia a New York, insieme alle altre eccellenze della Food Valley od ancora quando sul sito istituzionale della Regione venne pubblicizzata la coppa di Parma e non quella, ben più titolata, di Piacenza.

Addirittura clamorosa è la recente, totale, assenza della nostra città dai festeggiamenti per i 2.200 anni della via Emilia, quasi che Piacenza non sia stata un tassello fondamentale dell’insediamento romano in terra padana.

Eppure nei programmi presentati in pompa magna a Bologna la nostra provincia non è citata neppure per errore: cancellata in un sol colpo dalla storia e dalla geografia. Allo stesso modo il portale 2200anniemilia.it ha riunito idealmente Modena, Reggio e Parma, scordandosi incredibilmente del fatto che questa strada venne realizzata dal console Marco Emilio Lepido per collegare in linea retta proprio Piacenza con Rimini, non Fidenza con Castelfranco!

L’invisibilità piacentina sembra essersi diffusa pure all’estero. Consultate, tanto per dire, traveldudes.org, la piattaforma social dedicata ai viaggi, considerata fra i principali influencer mondiali in tema di turismo, (con 200 mila followers su Twitter, 80 mila fan su Facebook e migliaia di lettori sul web).

Il sito ha definito l’Emilia Romagna come uno dei segreti meglio conservati del turismo italiano ed ha proposto un percorso da nord a sud per scoprirla appieno. Percorso che avrebbe potuto partire da Castell’Arquato, da Rivalta, da Grazzano Visconti o (più banalmente) da Piazza Cavalli. Indovinate invece da dove inizia il tour: da Parma!

Pensare che un tempo Annibale in Trebbia ci piantava pure le tende e ci abbeverava a gli elefanti, che a Roncaglia Federico Barbarossa “faceva” la Dieta (non quella del dottor Mozzi però!).  Ma l’invisibilità ha radici lontane: ricordiamoci che Piacenza diede si i natali ad un Papa, Gregorio X, ma che questi fu uno dei pochi pontefici a non essere mai fatto Santo. Fu nominato beato ad opera di Clemente XI nel 1713, quattro secoli dopo la sua morte. Da buon piacentino era rimasto invisibile, o quasi, per 438 lunghi anni.

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