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Piacenza, nuovo rebus scuole: nel decreto regionale non ci sarebbero i nuovi istituti comprensivi di Piacenza

A renderlo noto il sindacato Gilda che ha chiesto spiegazioni all'Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna

Nel decreto con cui l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna ha recepito la “Programmazione territoriale dell’offerta di istruzione per l’anno scolastico 2026/27”, gli otto nuovi istituti comprensivi della città di Piacenza non compaiono. Un’assenza che apre un fronte di incertezza sul riordino della rete scolastica cittadina, già al centro di un acceso dibattito negli ultimi mesi.​

A segnalare l’anomalia è la Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, che con una nota diffusa in data odierna (29 dicembre) chiede “le opportune delucidazioni” al direttore regionale, all’Ufficio scolastico territoriale e agli enti locali.​

Il provvedimento, firmato il 19 dicembre 2025 dal direttore generale Bruno Eupremio Di Palma, recepisce le modifiche all’offerta formativa trasmesse dalla Regione dopo il via libera della Conferenza regionale per il sistema formativo, elencando – in allegato – gli interventi su indirizzi, attivazioni e soppressioni di corsi nelle diverse province. Tra le variazioni figurano, ad esempio, nuovi indirizzi liceali e professionali a Piacenza e nel resto dell’Emilia-Romagna, ma non viene riportata la costituzione degli istituti comprensivi deliberata da Comune e Provincia per il capoluogo.​

«Appena preso atto di questa novità che crea una situazione di autentica incertezza – spiega Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza – oggi abbiamo chiesto lumi al direttore dell’Ufficio scolastico regionale e a tutti gli enti coinvolti, nell’interesse del personale scolastico che rappresentiamo».​

Eppure, sul piano locale l’iter sembrava completato: pareri non vincolanti dei Consigli d’istituto, delibera del Consiglio comunale di Piacenza, voto della Provincia, parere consultivo della Commissione provinciale di concertazione e assenso dell’Ufficio scolastico territoriale, struttura che fa capo allo stesso Ufficio scolastico regionale. Il decreto di programmazione regionale, però, nel recepire le modifiche alla rete scolastica per il 2026/27 non dà conto della nascita degli otto comprensivi cittadini.​

Pizzo ricorda inoltre che già nei giorni scorsi la Gilda aveva sollecitato chiarimenti su un altro fronte, legato all’Istituto Raineri Marcora, che sta promuovendo l’avvio di un nuovo indirizzo “Digital Agrifood e valorizzazione del territorio”: secondo il sindacato, per questo percorso non risulterebbero ancora concluse le procedure previste dagli atti di programmazione. Anche su questo punto, segnala la Gilda, non è finora arrivata alcuna risposta ufficiale.​

In attesa di un chiarimento da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito e dell’Ufficio scolastico regionale, resta dunque sospesa la domanda cruciale: dal 1° settembre 2026 Piacenza avrà davvero gli otto istituti comprensivi deliberati dagli enti locali, oppure il riordino della rete scolastica dovrà essere rivisto o rinviato?

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