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Piacenza: pugno di ferro del Comune contro il dissenso?

Dopo la multa ai manifestanti di piazza Casali ora arriva una commissione contro le "affissioni offensive". Semplice coincidenza o nuova linea?

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Forse si tratta di una mera coincidenza ma la sequenza temporale che lega la multa comminata ai manifestanti di piazza Casali e l’annuncio dell’insediamento di una commissione “anti affissioni offensive o discriminatorie” potrebbe fare pensare ad una nuova strategia dell’amministrazione Tarasconi stanca di dover fronteggiare continuamente manifestazioni di dissenso in particolare con riferimento all’infinita vicenda del parcheggio sotterraneo di fronte al Farnese.
Lo scorso 10 agosto, in piazza Casali, un gruppo di cittadini contrari all’abbattimento degli alberi delle ex Scuderie ha promosso una protesta pubblica ed ha allestito un gazebo mobile. Secondo la Polizia Municipale, però mancava l’autorizzazione del Comune per l’occupazione di suolo pubblico (c’era solo il via libera della Digos) ed è stata così comminata loro una sanzione prevista (da 173 a 694 euro) oltre ad un’ulteriore multa da 50 euro per un presunto danneggiamento alla siepe di bosso lungo Palazzo Farnese. Gli organizzatori hanno respinto le accuse: “Non abbiamo danneggiato nulla, in quel punto la siepe era già compromessa. La nostra è una protesta civica, per la quale non dovremmo pagare alcun plateatico. Abbiamo ottenuto l’autorizzazione più importante, quella della Questura, e rivendichiamo il diritto di manifestare contro quello che riteniamo uno scempio urbanistico”. I cittadini hanno ricordato che altri gazebo di protesta, in passato, erano rimasti in piazza per mesi senza alcuna autorizzazione formale.
Se le multe potevano essere lette come una rigorosa applicazione delle norme ora l’aggiunta di questo nuovo passo (vedi sotto) fa sorgere spontanea la domanda se ci si trovi dinnanzi ad una stretta verso chi contesta le scelte dell’amministrazione o se fosse invece doveroso dare attuazione ad un regolamento rimasto per anni inapplicato e non ritenuto una priorità.
Come ci si comporterà ad esempio davanti ad eventuali manifesti espressione del pensiero di una differente area politica? Il riferimento è al recente caso di Roma e dei cartelloni della Lega di Salvini rimossi dal Comune di centro sinistra poiché ritenuti contenere “stereotipi sull’appartenenza etnica”. Potrebbe ora succedere qualcosa di analogo anche a Piacenza?

Questo il comunicato del Comune
Affissioni negli spazi pubblici, no a contenuti diffamatori e offensivi.
Costituita l’apposita Commissione prevista dal Regolamento comunale

La Giunta ha approvato, nei giorni scorsi, le nuove linee di indirizzo relative ai contenuti delle affissioni pubbliche negli spazi di proprietà comunale, rimarcando il principio della “normale continenza espressiva” come elemento cardine di una dialettica democratica corretta e rispettosa.
L’obiettivo è garantire che manifesti, slogan e messaggi esposti sul territorio urbano non contengano elementi diffamatori, offensivi o discriminatori, né risultino lesivi della dignità e dei diritti delle persone. Saranno valutati con particolare attenzione i contenuti che, per le tematiche trattate o le modalità espressive, possano arrecare pregiudizio a una parte della popolazione o urtare la sensibilità generale: a questo proposito, è stata formalmente costituita l’apposita Commissione – composta da tre dirigenti comunali o loro delegati – che sarà chiamata a valutare eventuali casi controversi, dando così attuazione effettiva, per la prima volta, all’articolo 9 del Regolamento sul canone patrimoniale per le concessioni pubblicitarie, approvato l’8 febbraio 2021 e successivamente modificato dal Consiglio comunale il 6 novembre 2023.
“Nel ribadire questi concetti in un atto di indirizzo, che non ha alcun effetto di tipo economico o finanziario per l’ente – sottolinea la sindaca Katia Tarasconi – dotiamo semplicemente il Comune di uno strumento ulteriore a tutela della comunità: non abbiamo alcuna intenzione di limitare la libertà di pensiero e di espressione, ma come ente pubblico crediamo ci siano valori e aspetti umani da difendere sempre, al di là delle procedure amministrative o delle risorse economiche legate alle tariffe per l’affissione in spazi che, non dimentichiamolo, sono condivisi e frequentati da tutti i cittadini: come tali vanno preservati, nel rispetto delle sensibilità e dei diritti di tutti”.
Oltre ai contenuti del Regolamento per l’applicazione del canone patrimoniale relativo alle concessioni pubblicitarie e del canone mercatale, la delibera di Giunta – priva di effetti economici o finanziari per l’ente – riprende come presupposti normativi l’articolo 21 della Costituzione italiana, nonché l’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, richiamando il concetto dei “doveri e responsabilità” che queste comportano. La delibera recepisce inoltre l’orientamento giurisprudenziale della sentenza n. 362/2024 del Consiglio di Stato che sottolinea la necessità, per la pubblica amministrazione, di agire con prudenza e responsabilità, garantendo la verità dei fatti esposti e il rispetto reciproco.

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