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Piacenza si candida a Capitale europea della Cultura 2033

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Piacenza ci ritenta e si candida a Capitale della Cultura per il 2033. L’ultima volta, la città aveva partecipato al bando per diventare Capitale italiana della Cultura, sfida poi vinta da Parma, che ottenne il titolo per il 2020, anno purtroppo segnato dall’emergenza Covid che ne condizionò pesantemente il programma.

Ora l’obiettivo è più ambizioso: Piacenza punta a diventare Capitale europea della Cultura nel 2033. L’annuncio è arrivato oggi, domenica 14 settembre, durante la cerimonia conclusiva della terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo, ospitata a Palazzo Gotico.

Il sindaco Katia Tarasconi ha ufficializzato la candidatura accanto al vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, il piacentino Vincenzo Colla, che ha garantito il sostegno della Regione. Per partecipare alla selezione, sarà necessario elaborare e presentare un dossier di candidatura entro il 2026: un documento strategico che dovrà illustrare obiettivi, progetti, risorse e ricadute previste.

Il percorso è tutt’altro che semplice. La procedura europea richiede che le città candidate dimostrino non solo di avere un patrimonio storico e artistico significativo, ma anche di saperlo mettere a sistema attraverso innovazione culturale, cooperazione internazionale, inclusione sociale e partecipazione dei cittadini. L’Unione Europea valuta infatti la capacità di generare impatto duraturo sul territorio, rafforzando l’identità locale e, allo stesso tempo, il dialogo con il resto del continente.

Piacenza potrà contare su un tessuto associativo vivace, su una rete di eventi già consolidati e sulla posizione strategica di crocevia tra regioni e culture diverse. Ma la sfida richiederà la costruzione di un progetto condiviso che sappia coinvolgere istituzioni, operatori culturali e cittadini.

La città, che nel 2020 vide sfumare la possibilità di diventare Capitale italiana, riparte quindi con rinnovata ambizione. Se la candidatura avrà successo, il 2033 potrebbe rappresentare per Piacenza un anno di svolta, capace di proiettarla su una ribalta europea e di lasciare un’eredità culturale duratura.

“La candidatura di Piacenza – ha detto il sindaco Katia Tarasconi – nasce da una visione condivisa che intende valorizzare il patrimonio storico e artistico, stimolare nuove produzioni culturali e attivare processi partecipativi con cittadini, scuole, università, associazioni e imprese. Il programma culturale sarà co-progettato con la città e il territorio, in dialogo con partner nazionali e internazionali, e avrà come obiettivo quello di fare di Piacenza una capitale della creatività e dell’innovazione sociale, capace di generare impatto duraturo sulla comunità”.

Il discorso del sindaco Tarasconi

Pubblichiamo qui di seguito il discorso integrale del sindaco Katia Tarasconi per annunciare la candidatura.

Comunità. Dialogo. Speranza.

Sono queste le tre parole che scelgo per salutarvi, al termine di giornate intense, in cui Piacenza si è trasformata in una grande piazza del pensiero, della musica, delle idee.

Abbiamo respirato la bellezza di confrontarci, di ascoltarci, di lasciarci sorprendere. Abbiamo visto una comunità viva, capace di aprirsi al mondo senza paura, con la forza di chi sa che il dialogo è il seme più prezioso per costruire insieme.

E proprio perché questo Festival ci ha dimostrato che Piacenza è pronta a pensare in grande, oggi voglio condividere con voi un sogno che diventa impegno: la nostra città si candida a Capitale Europea della Cultura.

È un cammino che parte da qui, dall’energia che abbiamo vissuto in questi giorni. Un cammino che chiede a ciascuno di noi di continuare a crederci, di custodire questa passione e di portarla oltre i confini del festival, oltre i confini della città.

Piacenza ha dimostrato che sa essere cuore e voce. Ora vuole diventare anche simbolo europeo di cultura, creatività e speranza.
Grazie a tutti, e che questo sia solo l’inizio.

In chiusura del Festival voglio condividere con voi un annuncio importante: Piacenza si candida a Capitale Europea della Cultura 2033. Non è un sogno astratto: il titolo viene assegnato ogni anno a due città di Paesi diversi, secondo un calendario a rotazione. Non ci si può candidare in qualunque
anno, ma unicamente quando è il turno del proprio Paese: nel 2033 toccherà all’Italia e vogliamo giocarci questa occasione.

Il percorso è impegnativo. Nel 2026 uscirà il bando europeo; nel 2027 saranno scelte le città finaliste, e la nomina della vincitrice arriverà tra la fine del 2027 e l’inizio del 2028. Partire adesso significa avere quasi due anni per costruire insieme un dossier solido, condiviso e convincente.

Questa non sarà la candidatura di pochi, ma di tutta la città. Lavoreremo con Rete Cultura Piacenza, con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la Fondazione Teatri, con le università, le associazioni, le imprese, le realtà culturali e con tutte le cittadine e i cittadini che vorranno contribuire.

Ho informato anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale e sono grata per la vicinanza istituzionale: ringrazio il vicepresidente Vincenzo Colla per essere qui, stasera, a testimoniare il sostegno della Regione.

Abbiamo già raccolto il sostegno convinto della Fondazione di Piacenza e Vigevano: grazie al presidente Roberto Reggi. E chiederò ad Alessandro Fusacchia, curatore del Festival, di aiutarci ad avviare questo lavoro e a individuare le professionalità migliori per accompagnare la candidatura.

Il Festival del Pensare Contemporaneo dura quattro giorni l’anno: sembra un raccolto, ma è soprattutto una semina. Finisce stasera, ma per certi versi comincia stasera: sarà il cuore culturale che ci guiderà in questa nuova, grande scommessa. Piacenza ha la storia, le energie e le competenze per affrontarla. Adesso tocca a noi, insieme.

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