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Produrre energia verde da scarti agricoli: pubblicato il bando regionale

La Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando da 6,8 milioni finalizzato alla produzione di energia “verde” da scarti agricoli. Saranno finanziati impianti per produrre energie rinnovabili da sottoprodotti o scarti agricoli oltre a impianti eolici, solari ed idroelettrici.

“Le domande vanno presentate entro il 29 novembre – commenta il vicedirettore di Confagricoltura Piacenza e responsabile del servizio tecnico, Giovanni Marchesi – si tratta però di progetti complessi per cui chiediamo alle aziende potenzialmente interessate di prestare attenzione per tempo a questa interessante opportunità così da poterla cogliere a pieno”.

Giovanni Marchesi - vicedirettore di Confagricoltura Piacenza
Giovanni Marchesi – vicedirettore di Confagricoltura Piacenza

I finanziamenti andranno a beneficio di aziende agricole che si impegnano a realizzare impianti per la produzione, la distribuzione e la vendita di energia e/o calore.  Obiettivo del bando è diversificare le attività agricole, con un’attenzione forte all’agricoltura sostenibile e alla riduzione del consumo di combustibili fossili.

Per quanto riguarda le bioenergie, non potranno essere utilizzate colture dedicate ma solo scarti e sottoprodotti agricoli in un’ottica di economica circolare.

“Un’occasione di crescita per il settore – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli – nella direzione di un’agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico”.

Tra i diversi interventi è previsto il finanziamento di caldaie alimentate a biomassa legnosa, sotto forma di cippato o pellets; impianti per produzione di biogas dai quali ricavare energia termica e elettrica o biometano; impianti che sfruttano altre fonti di energia rinnovabile come quella eolica, solare, idro-elettrica. Inoltre, è possibile realizzare impianti per ricavare pellets e combustibili da materiale vegetale proveniente da scarti e sottoprodotti agricoli e forestali, piccole reti per la distribuzione dell’energia e impianti “intelligenti” per lo stoccaggio dell’energia al servizio delle centrali o dei microimpianti realizzati.

Sono esclusi dal finanziamento gli impianti fotovoltaici realizzati a terra. Indipendentemente dal tipo di produzione, gli impianti dovranno avere potenze pari ad un massimo di 1 Mega watt elettrico o 3 Mega watt termici. Dovranno inoltre essere dimensionati per produrre energia elettrica o calorica in quantità superiore ai consumi aziendali così da poter essere venduta o ceduta a terzi. La materia prima che alimenterà le strutture, dovrà provenire dall’azienda stessa o da altre del territorio unite da un accordo di filiera, entro una distanza massima di 70 chilometri.

Le imprese possono presentare progetti di spesa a partire da 20mila euro e senza limiti: il contributo massimo sarà comunque calcolato nel rispetto del regime “de minimis” e non potrà quindi superare i 200mila euro.

Il contributo sarà in conto capitale modulabile tra il 20 e il 50% della spesa ammessa, nel rispetto dei limiti di cumulabilità con altri incentivi pubblici per le energia da fonti alternative.

E’ possibile chiedere un anticipo del 50% dell’importo assegnato.   Nelle graduatorie sono previsti punteggi aggiuntivi, a parità di requisiti, per le aziende agricole di montagna e per i giovani agricoltori che abbiano usufruito nei precedenti cinque anni di un contributo per l’avvio di una nuova azienda. “Mi ha molto colpito l’intervista all’astronauta Luca Parmitano dallo spazio – dice Marchesi –  ha dichiarato di “vedere la Terra molto peggiorata, i ghiacciai sciogliersi ed il deserto avanzare“. Garantire il rispetto della Terra, puntando sulle energie rinnovabili, è l’unica risorsa per contrastare i cambiamenti climatici e risolvere i divari energetici mondiali. L’Accordo sul clima di Parigi consiglia chiaramente di mantenere nel sottosuolo la maggior parte del carburante fossile. Ecco perché c’è bisogno di ricercare energie alternative. La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà. Una transizione verso l’energia sostenibile non è solo una sfida, ma anche una grande opportunità per garantire un migliore accesso all’energia nei Paesi poveri e più vulnerabili, dove le persone vivono ancora al buio, senza accesso all’elettricità ed è anche un’importante responsabilità che abbiamo tutti verso le future generazioni”.

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