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    Prosegue il collaudo della diga di Mignano

    Prosegue regolarmente il collaudo della diga di Mignano per portare la capienza autorizzata a 11 milioni e mezzo di metri cubi, dagli attuali 10. Nella giornata di ieri è stata raggiunta l’attesa quota di 337,80 metri sul livello del mare, (con un volume di poco più di 11 milioni e mezzo di metri cubi) che ha consentito alle 23.00 l’avvio dello sfioro completo ma modesto da tutte le soglie.

    Stamane alle 5.30 si è riempita la prima vasca di dissipazione. Un’ora dopo, alle 6.30, una volta riempitasi la seconda, è iniziato lo scarico in Arda con una portata di circa 2 metri cubi al secondo.

    L’acqua verrà mantenuta a tale altezza per un periodo di stazionamento di dici giorni; in seguito il livello verrà abbassato gradualmente di 2 metri per poter tornare a 335,80 metri sul livello del mare (10 milioni circa di metri cubi).

    Il collaudo serve per testare il comportamento della diga al termine di una lunga e significativa fase di ristrutturazione.

    Filippo Gasparini presidente di Confagricoltura Piacenza«Un ringraziamento particolare è dovuto all’ottimo lavoro svolto dal Consorzio di Bonifica – sottolinea Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – e a tutti i soggetti che, nel corso di un decennio di ristrutturazioni complesse, hanno concorso al raggiungimento dell’obiettivo finale di far tornare l’invaso, strategico per la Val d’Arda, alla sua massima efficienza, ancor più a fronte delle aumentate esigenze idriche del territorio in questi ultimi cento anni. Mi sento in dovere di ringraziare anche Sua Eccellenza il Prefetto per aver avviato in tempi celeri l’iter autorizzativo della fase di collaudo e gli ingegneri del Consorzio di Bonifica per come stanno gestendo la situazione e per i risultati raggiunti. Se, come tutti auspichiamo, il collaudo si concluderà nel migliore dei modi – conclude Gasparini – dalla prossima campagna avremo una diga più capiente: preziosa per le necessità irrigue e quindi funzionale allo sviluppo dell’economia, da un lato e dall’altro efficace strumento di difesa del territorio, grazie alla su ruolo di contenimento in caso di piene. Speriamo, infine, che l’approccio adottato in Val d’Arda serva a rivalutare, anche per le altre vallate, queste fondamentali e splendide infrastrutture al servizio dello sviluppo».

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