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Sanità. Tagliaferri (FdI): “Per il fallimento dei CAU non basta promettere l’ennesima riforma”

Il vicepresidente dell’Assemblea legislativa chiede una radicale revisione di tutto il sistema sanitario regionale a cominciare dai vertici dell’Assessorato regionale e delle Direzioni Generali delle varie Ausl

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“Basta con i soliti proclami, basta con spiegazioni fumose per riforme del tutto oniriche, basta chiedere soldi con il cappello in mano al governo centrale sapendo che sono richieste del tutto indebite per poi mettere i superticket su ogni prescrizione dei nostri concittadini, basta bugie e soprattutto basta con assessori-tecnici e loro colleghi alti dirigenti delle varie Ausl che, bene o male, il premio di produzione lo portano sempre a casa”.

Giancarlo Tagliaferri è particolarmente colpito dalle ultime dichiarazioni dell’Assessore Fabi su non meglio precisati ‘salti evolutivi’ e su perenni fasi di studio per capire cosa fare dei CAU. Il tutto mentre tali strutture continuano a rimanere aperte (almeno durante il giorno), non forniscono alcuna risposta sanitaria alla comunità e, soprattutto, continuano a drenare enormi quantità di denaro.

“Io sono esterrefatto dal coraggio dell’Assessore Fabi che, fino ad oggi, si è segnalato solo per accorate risposte ai question time dei consiglieri in Assemblea legislativa e non ha ancora partorito una singola linea guida di buona amministrazione per tentare di venire a capo della voragine economica generata dal nostro sistema sanitario. Mentre il numero uno della nostra sanità ci dice che deve analizzare i dati raccolti con appositi professionisti (quali???) vediamo che la sanità territoriale viene sempre più depredata, che i servizi di base vengono inesorabilmente chiusi su quasi tutte le province, le prenotazioni continuano ad essere in tilt e, a dispetto di ogni dichiarazione, le agende continuano a rimanere chiuse. In mezzo a tutti questi problemi abbiamo poi una casta di ‘intoccabili’ rappresentata dai superdirigenti sanitari che continuano ad essere giudicati ottimamente. No, è ora di finirla sul serio. Qui non si tratta più solo dei CAU, ma deve essere ridisegnata tutta la sanità regionale, a cominciare dai vertici dell’Assessorato regionale per arrivare ad ogni singolo distretto sanitario. Così non si può più andare avanti e la riprova di quanto dico è negli stessi sportelli CUP che anche per una semplice risonanza magnetica consigliano apertamente di rivolgersi con la prescrizione medica a strutture private del basso Veneto.

Questa è la Caporetto della nostra sanità e la colpa non è certo dei sanitari, bensì di coloro (politici e tecnici in supporto alla politica) che negli anni non sono stati in grado di elaborare una singola linea organizzativa e strategica degna di questo nome”.

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