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Sant’Agostino rinasce e diventa un nuovo spazio per l’arte a Piacenza. “Potrebbe aprire in tarda primavera”

E’ di ieri la notizia che il Demanio ha deciso di assegnare la concessione per l’utilizzo della ex chiesa di Sant’Agostino alla società Galleria Enrica de Micheli srl per il prossimo quarto di secolo.

Non appena il ministero darà la sua approvazione partiranno i lavori e così, nel giro di poco tempo, la chiesa troverà una suo ruolo definitivo. A gettarsi in questa coraggiosa avventura è appunto Enrica De Micheli, titolare dell’omonima società specializzata in antiquariato e modernariato di alto profilo.

Un’attività incominciata nel 1996 e che, in questi venti anni, l’ha resa un punto di riferimento per collezionisti, decoratori ed interior designer di tutto il mondo. La De Micheli ha anche pubblicato, in collaborazione con due storici dell’arte, il volume “Il mobile Piacentino” con l’intento di valorizzare il suo territorio d’origine.

Conta numerosi clienti negli Stati Uniti grazie anche alla collaborazione con un negozio di antiquariato di Miami la “Galleria d’epoca”. Abbiamo deciso di andare oltre la mera biografia e di contattarla, dopo averle lasciato qualche ora per metabolizzare la vittoria.

A mente fredda non possiamo che partire chiedendole se è soddisfatta per il risultato ottenuto?

«Si certo. Tantissimo. Una notizia quasi inaspettata. E’ stato un progetto voluto, lungamente pensato ma con poche certezze di riuscire a raggiungere l’obiettivo».

Quali sono i punti cardine della proposta che avete presentato e che vi hanno permesso di vincere il bando?

«Immagino che sia stato apprezzato il progetto per l’arte, l’arte per Piacenza. E’ tutto incentrato sulla dimensione dell’arte. Il mio lavoro è questo. Mi occupo di antiquariato, di modernariato e di arte. Ho una collaboratrice, la dottoressa Sara Polledri, laureata in economia per l’arte alla Bocconi, che si occupa specificatamente di arte contemporanea. Abbiamo messo insieme le nostre idee e ne è venuto fuori quello che crediamo sia un bellissimo progetto, che vedrà nella chiesa una esposizione permanente ma al contempo tanti eventi, tutti di arte.

Abbiamo pensato anche a dei laboratori creativi di arte contemporanea e a dei laboratori di restauro. Quindi anche un coinvolgimento del territorio. La nostra visione è quella di mettere un luogo così bello a disposizione di Piacenza proprio perché crediamo che l’arte sia patrimonio di tutti».

Non la spaventa la dimensione di questa chiesa (3.500 metri quadri complessivi) e quindi anche di doverla, in qualche modo, riempire?

«In effetti le dimensioni sono notevoli ma questo ci consentirà di dare agli eventi che andremo ad organizzare un respiro notevole, molto bello. Non avremo le costrizioni delle pareti di una galleria piccola ma anzi una visione molto ampia e questo andrà sicuramente a vantaggio di quello che organizzeremo».

Quali sono i tempi che avete immaginato per arrivare a riaprire le porte di Sant’Agostino alla città?

«I tempi dipendono dalla concessione che diventerà definitiva non appena sarà ratificata dal ministero che è chiamato ad approvare tutti i passaggi già compiuti dall’Agenzia del Demanio. Immagino possiamo ricevere un via libera verso la primavera. Dopo di che noi potremo entrare ed incominciare a fare quei primi lavori indispensabili per poter rendere la struttura agibile.

La cifra a cui facevano riferimento i giornali (200 mila euro) non sono l’affitto per i 25 anni di concessione ma sono proprio gli interventi fondamentali per rendere fruibile lo spazio. Ad esempio i servizi igienici o la sistemazione dell’area detta ex-falegnameria, gli impianti termici ed elettrici. Sono i primi interventi che andremo a fare e che cercheremo di pianificare subito in modo da poterli realizzare velocissimamente e poter usufruire dei primi spazi già in tarda primavera, inizio estate».

L’investimento è di 200 mila euro mentre il canone annuo è di 2.500 euro.

«Il canone è diciamo simbolico perché tiene conto dei tanti investimenti che si mettono subito in campo. La città vedrà, nel tempo, quello che riusciremo a realizzare».

Viene spontaneo chiedere ma chi ve l’ha fatto fare di investire così tanti soldi? Ovviamente avrete considerato i benefici commerciali e le ricadute di immagine sulla vostra attività. Ma c’è anche qualche altra molla che vi ha spinto?

«La possibilità di sfruttare una location così bella, così prestigiosa … riteniamo sia una idea vincente. Con noi lo hanno creduto anche due nostri consulenti che ci hanno seguito in tutto il percorso, ognuno per la sua parte di competenze, l’architetto Enrico Debenedetti e la dottoressa Daniela Savi con il suo studio di consulenza aziendale. Sono stati molto bravi, hanno creduto in me e nell’idea e la hanno ricreata su carta, riuscendo a convincere il Demanio. Dando invece una chiave di lettura più romantica ci ha mosso la passione per l’arte, l’idea di fare qualcosa per la città. Una città in cui crediamo fortemente. Piacenza ha ancora tantissime cose da valorizzare. Noi lo faremo con Sant’Agostino».

Carlandrea Triscornia

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