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Scavo archeologico in piazza Duomo. La Soprintendenza non ne sapeva nulla

Del “progetto” di scavo in piazza Duomo non sapevamo nulla, lo abbiamo appreso dalla stampa. Si può riassumere così la risposta che la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Parma e Piacenza ha inviato la scorsa settimana alla sezione piacentina di Italia Nostra e per conoscenza al Comune di Piacenza ed all’Ufficio per i beni culturali della Diocesi.

Come è noto lo scorso 3 gennaio il sindaco Patrizia Barbieri ed il vescovo, monsignor Gianni Ambrosio, siglarono in Municipio un protocollo di intesa fra l’amministrazione e la diocesi per la riqualificazione urbanistica di piazza Duomo e la creazione, nella zona centrale, di un’area archeologica.

All’indomani della notizia si levarono varie voci contrarie all’intervento fra cui proprio quella di Italia Nostra a cui non era per nulla piaciuta l’ipotesi di mettere mano all’attuale configurazione della piazza per compiere scavi e portare alla luce gli antichi resti del battistero risalente al VI secolo d.C., individuati durante la realizzazione della fondamenta per la colonna dell’Immacolata nel 1857.

Durante la conferenza stampa venne sottolineato come entro marzo/aprile la Diocesi avrebbe messo «a disposizione gratuitamente il progetto di fattibilità tecnica ed economica che consentirà, all’Amministrazione comunale, di avviare in tempi brevi l’iter con gli interlocutori pubblici e privati per l’acquisizione dei necessari pareri, l’adozione degli atti di competenza e il reperimento, anche attraverso la partecipazione a bandi europei, ministeriali e regionali, delle risorse finanziarie occorrenti».

«La convenzione – dissero il sindaco Barbieri e il vescovo Ambrosio – prevede inoltre, ad opera del Comune, la contestuale ristrutturazione della pavimentazione di piazza Duomo, per restituirle l’aspetto originario compromesso dai diversi interventi susseguitisi nel corso del ‘900».

Nessuno nell’occasione aveva “venduto la pelle dell’orso prima di averlo ucciso” poiché era stato chiarito che prima di attuare qualunque intervento sarebbe stato necessario capirne i costi, mettere su carta un progetto ed in una seconda fase richiedere pareri e permessi.

Resta però curioso scoprire che la Soprintendenza abbia dovuto venire a conoscenza di questo importante progetto solo dai giornali.

Per ora, il Soprintendente Corrado Azzolini, ha concluso la sua laconica risposta facendo sapere di non «aver – ad oggi – rilasciato nessun atto autorizzativo».

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