Otto vittime in trent’anni, l’ultima delle quali un neonato di appena quattro mesi deceduto nel febbraio 2025. È il tragico bilancio della Strada Provinciale 29, arteria che collega Carpaneto a Cadeo, al centro della relazione tecnica presentata mercoledì scorso all’Amministrazione Provinciale da parte dell’Associazione Sonia Tosi Odv e dell’Associazione Lorenzo Guarnieri. L’analisi, redatta dall’ing. Leonardo Querci e revisionata dall’ing. Stefano Guarnieri e Danilo Tosi, punta a offrire soluzioni concrete per la riduzione della pericolosità di un tratto stradale troppo spesso teatro di incidenti gravi e mortali.
Il documento parte da un assunto netto: proteggere la vita umana è un dovere. E proprio in questa direzione si muove la proposta, articolata in più interventi mirati, presentata a titolo gratuito e consegnata alla Provincia per un eventuale recepimento.
L’urgenza di intervenire
Le principali cause degli incidenti mortali sulla SP29 risultano essere l’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza, come nel caso del tragico incidente del 1° agosto 2021 in cui persero la vita Sonia Tosi e Daniele Zanrei. La strada, classificata come extraurbana secondaria fuori dai centri abitati, presenta diversi punti critici: scarsa visibilità, assenza di adeguata segnaletica, carenze nell’illuminazione e canali irrigui non protetti ai bordi della carreggiata.
Le proposte tecniche
Tra gli interventi raccomandati:
- Controllo della velocità tramite autovelox mobili e campagne di sanzionamento;
- Portali di benvenuto luminosi all’ingresso dei centri abitati per ridurre la velocità e aumentare la percezione del pericolo;
- Ripristino della segnaletica verticale e orizzontale, con inserimento di rallentatori ottici e segnali acustici;
- Miglioramento dell’illuminazione nei tratti extraurbani, specialmente in prossimità di curve e intersezioni;
- Protezione dei canali irrigui laterali con barriere adeguate per evitare che diventino trappole mortali in caso di uscita di strada.
I dati e il contesto
L’indice di lesività della provincia di Piacenza, pur in calo, resta tra i più alti dell’Emilia-Romagna. Secondo i dati regionali 2013-2023, la nostra provincia si colloca al quarto posto per gravità degli incidenti dopo Bologna, Reggio Emilia e Ravenna.
Il documento richiama anche la Legge n. 41 del 2016 sull’omicidio stradale e le responsabilità degli enti gestori delle strade, chiamati a garantire una manutenzione e una progettazione consapevole e aggiornata dell’infrastruttura.
Una sicurezza partecipata
La relazione sottolinea la necessità di una sicurezza condivisa, che coinvolga utenti, enti gestori e forze dell’ordine. “Solo con un impegno collettivo sarà possibile raggiungere l’obiettivo ‘zero vittime’, non più utopia ma strategia concreta promossa anche dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030”, si legge nel documento.
L’iniziativa dell’Associazione Sonia Tosi nasce proprio da un dolore profondo, quello della perdita, e si trasforma in impegno per evitare che altre famiglie debbano piangere giovani vite spezzate troppo presto. Ora la palla passa all’Amministrazione Provinciale, che valuterà come utilizzare al meglio questo importante contributo tecnico.