Il primo impulso, come normale che sia, è l’euforia alla sua massima espressione. Ma le vincite ai “giochi” come le lotterie e il Superenalotto possono nascondere seri disturbi se non affrontate in modo assennato.
É notizia di non tante ore fa il ritiro da parte del fortunato/a vincitore/trice dei 209 milioni al SuperEnalotto (184 netti), tramite un non precisato “ente bancario”. Una mossa tardiva probabilmente per placare le acque e le attenzioni della cittadina che da giorni era in subbuglio, come gli stessi proprietari della ricevitoria avevano più volte evidenziato: qualcuno ha addirittura chiesto di essere messo in contatto col vincitore per avere parte della vincita per un’operazione chirurgica o perchè aveva perso il lavoro.
Ma cosa accade nella testa dei vincitori dei giochi? E’ sempre una fortuna come spesso viene definita?. Non sempre. Secondo i dati raccolti dalla Società italiana di Psicologia, il 35% vede la propria vita peggiorare rispetto a prima, si chiama “Sindrome da ricchezza improvvisa”.
Antonio Cerasa, neuroscienziato dell’ IBFM (Istituto Bioimmagini e Fisiologia Molecolare) del CNR ha evidenziato in un articolo apparso su Vanity Fair come la vincita improvvisa generi in un primo momento un rinforzo emotivo, “sono soddisfatti i bisogni primari e secondari”. Tuttavia l’effetto successivo assomiglia a quello di qualsiasi altra droga: cambia la percezione del mondo esterno, e si manifesta un continuo bisogno di rinforzi positivi, e come in una droga si arriva all’assuefazione, e bisogna “aumentare la dose”.
Stiano tranquilli quelli sicuri che “a loro non succederà mai, so gestirla”. Cerasa assicura che è proprio l’idea “di non disporre di somme ingenti a portare ad un sano rapporto col denaro. Le somme guadagnate improvvisamente non portano a dare al denaro il giusto valore”.
Una soluzione potrebbe essere quella di dare in gestione la somma a un consulente finanziario fidato, che tratti il denaro non come liquidità, ma come solidità da poter investire in modo accorto. Ma ci sarà da fidarsi?