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Sottratti 300mila euro a un anziano imprenditore: due donne indagate per truffa aggravata

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Avrebbero sottratto quasi 300mila euro a un anziano imprenditore piacentino approfittando della sua fiducia e della sua vulnerabilità emotiva, con un’articolata attività fraudolenta basata su finte promesse di vita comune e simulati progetti di convivenza. Due donne di 56 e 66 anni sono ora indagate per truffa aggravata, appropriazione indebita e circonvenzione di incapace, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Piacenza e portata avanti dai carabinieri di Rivergaro.
Su richiesta della Procura, il Giudice per le indagini preliminari, Erisa Pirgu, ha disposto nei confronti delle due indagate la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Piacenza e l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Contestualmente, è stato disposto anche il sequestro preventivo di un immobile e di beni mobili – tra cui gioielli, arredi e biciclette – per un valore complessivo di circa 50mila euro, ritenuti acquistati con i fondi sottratti alla vittima.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vicenda ha avuto inizio nell’ottobre 2022, quando l’anziano, oggi in pensione, ha conosciuto una delle due donne. Il legame si è rapidamente intensificato, tanto da indurlo a pensare a una futura convivenza. In questo contesto, la donna avrebbe cominciato a chiedere denaro per affrontare presunte difficoltà economiche: problemi familiari, opportunità immobiliari, emergenze con ex compagni o creditori. A rafforzare la credibilità di queste richieste sarebbe intervenuta la seconda donna, presentata come un’amica o una consulente, ma in realtà complice convivente.
Tra gli episodi più rilevanti, l’acquisto di un appartamento, pagato in parte con soldi dell’imprenditore ma formalmente intestato a una delle due indagate. Ma le richieste non si sono fermate: secondo quanto accertato dai carabinieri, l’uomo avrebbe versato anche 10 mila euro per una falsa emergenza legale, 50 mila euro per aiutare un figlio della donna e altri 20 mila euro per lavori mai eseguiti.
Le due indagate, secondo gli investigatori, avrebbero utilizzato tecniche manipolative per ottenere il denaro, alternando rassicurazioni affettive a pressioni psicologiche. A far scattare l’allarme è stato il figlio dell’imprenditore, preoccupato per l’isolamento crescente del padre e per gli strani movimenti sui conti correnti. La sua segnalazione, avvenuta nel febbraio 2025, ha dato il via a un’approfondita indagine che ha fatto emergere un quadro dettagliato e inquietante.
Il sequestro preventivo disposto dal giudice mira a tutelare il patrimonio della persona offesa, mentre le misure cautelari imposte alle due donne – divieto di dimora nel Piacentino e obbligo di firma – sono già state eseguite dai militari. Le indagini restano aperte per verificare eventuali ulteriori responsabilità e approfondire l’origine di tutti i fondi distratti.

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