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Un consiglio comunale infinito (15 ore) per approvare il Pums (che poteva attendere fine febbraio)

Chi è solito dire che i politici non fanno mai niente questa volta, vedendo quanto successo ieri sera in consiglio comunale a Piacenza, deve rimangiarsi la parola. La seduta per l’approvazione del Piano Urbano Mobilità Sostenibile era iniziata lunedì 28 dicembre alle 15 e proseguita fino alle 21 ed è ripresa ieri partendo di nuovo alle 15 per chiudersi questa mattina alle 5,20!

Una maratona con pochi precedenti per dare il via libera a qualcosa che in realtà si sarebbe tranquillamente potuto approvare entro il 28 febbraio 2021. Perché dunque tanta fretta?

La motivazione ufficiale è che se non si fosse acceso il semaforo verde entro il 31 dicembre 2020 si sarebbe perso un finanziamento di 19 mila euro “messo in palio” dalla Regione Emilia-Romagna a patto di finire il “compito assegnato” entro fine anno. Premesso che ogni centesimo è importante questa “manciata di euro” sembra una cifra di ben scarsa importanza per il bilancio del Comune di Piacenza.

Con la fretta imposta dalla Regione, ed avvallata da chi scrive l’agenda del consiglio comunale, si è sacrificata la discussione intorno al PUMS ossia a quel documento che dovrebbe disegnare la mobilità di Piacenza negli anni a venire. Già gran parte delle osservazioni presentate da cittadini ed associazioni sono state rigettate, come aveva osservato con un tweet nei giorni scorsi l’avvocato Corrado Sforza Fogliani che con l’associazione Liberali aveva presentato alcune proposte: «Il Consiglio comunale di Piacenza discute del Piano mobilità. Su 42 osservazioni ne hanno bocciate 33, accolte quelle per incentivare i monopattini e per una rotonda (toh chi si vede…)». 

A quanto pare è stata anche compressa la possibilità per gli stessi consiglieri comunali di leggere, verificare, comprendere tali osservazioni e le risposte del Comune: un malloppo di duecentocinquanta pagine consegnato loro poco prima di Natale, come spiega efficacemente il consigliere del Gruppo Misto Michele Giardino «Un anno fa abbiamo approvato il PUMS ovvero il Piano Urbano Mobilità Sostenibile. Su questo piano ciascun cittadino e ciascuna associazione ha avuto la possibilità di avanzare delle proposte migliorative (cosiddette osservazioni). Queste osservazioni potevano essere presentate entro giugno scorso. Su ciascuna osservazione la giunta ha predisposto una controdeduzione, in rigetto o in accoglimento parziale o totale. I consiglieri hanno ricevuto osservazioni e controdeduzioni poco prima di Natale, esattamente il venerdì 18 dicembre».

Una manciata di giorni dunque, a cavalo delle feste, per digerire, fra un anolino e l’altro, anche il Pums.

«In maggioranza – sostiene Giardino – nessun preventivo confronto, neppure sulle osservazioni più delicate. Auspicabile, anche perché durante quest’anno è accaduto quel fatterello che si chiama lock-down causa Covid. Niente».

Invece si è deciso di stabilire un cammino a tappe forzate con una seduta ad esaurimento, con consiglieri figurativamente “legati alla sedia” fine a termine lavori.

«L’esaurimento – sottolinea con una battuta Giardino – c’è stato ed ha riguardato chi ha deciso di accettare questa follia. Perché di follia si tratta quando finisci col tenere in piedi un Consiglio comunale dalle 15 alle 5,20 del mattino successivo (cioè di oggi, 15 ore di durata) per discutere e votare nulla – NULLA – di urgente o in scadenza perentoria. Non c’era da salvare la città da alcun pericolo imminente. Infatti, questa discussione e questa votazione potevano avvenire entro fine febbraio 2021. L’unico argomento che ha retto questa follia è costituito da 19mila euro che la Regione ci avrebbe erogato se avessimo concluso l’iter entro il 31 dicembre (e che non ci avrebbe erogato se avessimo sforato; peraltro non si comprende il motivo per cui, potendosi concludere l’iter entro fine febbraio 2021, la Regione dovesse porre questo diktat). Resta che abbiamo discusso e votato in maniera frettolosa, superficiale, avventata e assolutamente non urgente (ribadisco, senza alcun confronto preventivo in maggioranza), una serie di osservazioni e di controdeduzioni per un obolo regionale di 19mila euro.

Poco più di tre settimane fa, abbiamo deciso di stanziare un milione trecentomila euro – ripeto: UN MILIONETRECENTOMILA EURO – per abbattere un antico mercato ortofrutticolo e rimpiazzarlo con una lucente stesa di asfalto. Scialacquatori per tanto e parsimoniosi per poco».

Ecco perché il consigliere Michele Giardino ieri sera ha deciso di abbandonare il Consiglio comunale alle ore 20.

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