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Un convegno per ricordare che l’Aids è ancora un grosso pericolo

Contrariamente a quello che i pensail virus dell’HIV non è affatto scomparso, anzi! La diffusione dell’aids è aumentata con il dilagare dell’indifferenza il più delle volte dettata dall’ignoranza e dalla scarsa consapevolezza del rischio  di contagio con la conseguente mancata adozione di idonee misure di prevenzione: i più giovani, i ragazzini di ultima generazione – viene purtroppo ancora confermato – non sanno che cos’è l’aids, perché non se parla quasi più come invece avveniva quando si era manifestato il fenomeno e fino ad una ventina d’anni fa. Gli adulti, da parte loro, tendono a ritenersi immuni dal contagio, basandosi sull’errata convinzione che il pericolo riguardi solo categorie specifiche, un’illusione dettata dallo stigma sull’omosessualità e sulla tossicodipendenza. Ma non esistono categorie esenti dal rischio di contrarre l’infezione.

Domani giovedì 15 marzo, nell’ambito delle celebrazioni per i 25 anni di fondazione della casa accoglienza per malati di aids “Don Venturini”, l’associazione “La Ricerca” e la Caritas diocesana chiamano a convegno la comunità piacentina, in particolare i giovani – studenti delle Superiori e universitari – e operatori del mondo sociosanitario, per tenere sempre viva l’attenzione su questo fenomeno.

Un evento mirato a far luce su tutto questo per riflettere e agire insieme; si svolgerà per l’intera mattinata nell’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano di via Sant’Eufemia 12: sarà aperto alle 9 con i saluti del presidente dell’associazione “La Ricerca”, Gian Luigi Rubini e del direttore della Caritas diocesana Giuseppe Chiodaroli.

Alla proiezione del cortometraggio, “Una casa che ti in-vita – racconto della storia di ieri, oggi e domani della Casa Accoglienza”, seguirà l’intervento della  dott.ssa Caterina Valdatta del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza,  quindi Giampiero Bonetti,  operatore della “Pellegrina” ripercorrendo la “messa in scena” di Hiv/Aids sui media con l’ausilio di filmati, fornirà uno spaccato su potenzialità e rischi del “fare comunicazione” sull’aids, poi spazio all’ascolto sul significato di “fare casa”, su quanto si può dare e ricevere nella relazione con reading di testi e scritture di persone di persone colpite dal virus hiv e di persone che si sono ammalate di aids, e testimonianze di giovani volontari che hanno svolto e stanno svolgendo attività di volontariato al fianco di operatori e ospiti della Casa Accoglienza.

L’opera che la “Pellegrina” sta portando avanti – per fare cultura, educando al valore del rispetto di se stessi e degli altri sul piano della sessualità, certo, ma anche più alto e profondo dei sentimenti e dei rapporti – è dunque sempre più improntata al dialogo diretto con il territorio non solo facendosi testimonianza viva della potenza della solidarietà e della vicinanza umana, ma anche coinvolgendo i cittadini, in primis i giovani, informandoli e stimolandoli a diffondere le informazioni ricevute. Tantissimi ragazzi, ad esempio, hanno preso parte negli ultimi tre anni al percorso “Una casa che t’in-vita” portato avanti a livello locale nell’ambito del progetto di prevenzione della Caritas nazionale, e diversi altri sono stati coinvolti in questi mesi nel progetto “VVV-Viral Vs Virus”, con cui l’associazione “La Ricerca” si è aggiudicata il premio del Community Award Program, promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences: una sessantina di ragazzi e giovani, dai 14 ai 25 anni,  si stanno preparando per diventare peer leaders con il compito di creare messaggi di informazione e prevenzione da veicolare attraverso i social media ad una platea di altri 2500 coetanei. A tale scopo stanno sviluppando competenze progettuali e operative necessarie per utilizzare i media digitali e i social network nella costruzione e nella distribuzione di una comunicazione efficace sul tema dell’hiv e delle malattie sessualmente trasmissibili.

 

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