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Un libro racconta come sono state riutilizzate le stazioni. Fra i casi “virtuosi” anche Caorso

Il riuso sociale delle stazioni e degli immobili ferroviari, per progetti e attività culturali, turistiche, di solidarietà e sostenibilità. E’ la nuova vita del patrimonio immobiliare non più funzionale alle attività ferroviarie. Sono oltre 450 le stazioni impresenziate in cui sono resi disponibili spazi, in comodato, a Enti locali, Fondazioni e Associazioni su tutto il territorio nazionale.  Le migliori esperienze sono state raccolte nel volume “Stazioni Impresenziate. Un riuso sociale del patrimonio ferroviario”, presentato oggi a Milano durante Fa’ la cosa giusta!, la fiera del consumo consapevole e degli stili di vita sostenibili.

Il libro raccoglie i casi più virtuosi, circa 90 stazioni in 18 regioni italiane. Esempi concreti di come l’assegnazione di questi spazi ha generato esperienze con impatti importanti, sul territorio, in ambito sociale. Questo nuovo modello di gestione degli immobili garantisce, tra l’altro, il presidio degli edifici e la loro rigenerazione anche in termini di riqualificazione architettonica e decoro.

Cinque, in Emilia Romagna, i casi portati ad esempio. Si tratta delle stazioni di Caorso (PC), Mirandola (MO), Sasso Marconi (BO), Solarolo (RA) e Rimini Viserba (RN).

A Corso dopo aver ristrutturato l’edificio della stazione in disuso, il Comune l’ha convertito nella sede della Protezione Civile, che controlla il territorio e interviene con rapidità ovunque serva. Nella mansarda della stazione di Caorso ci sono centoventi scatole, ognuna con sessanta magliette, disposte su sei bancali. Altre con coperte, pantaloni, maglioni e altre ancora con generi alimentari. “Abbiamo sempre materiale stoccato pronto da inviare, – dice Giancarlo Vigevani, presidente del distaccamento locale della Protezione Civile – se aspettassimo a prepararlo quando succedono le emergenze, non arriveremmo in tempo”. Nel 2008 il fabbricato viaggiatori è stato ceduto in comodato gratuito da RFI al Comune che, dopo un importante intervento di ristrutturazione e adeguamento antisismico, ha scelto di convertirlo in centro di Protezione Civile data la sua posizione strategica, nel punto più alto del paese. Dalla stazione, oltre alle pattuglie che svolgono regolarmente attività di monitoraggio ambientale nel paese, partono i volontari e i tir carichi di materiale appena serve. Questa squadra di attivissimi volontari ha anche fornito appoggio logistico nella delicata attività di trasporto delle barre radioattive dalla centrale nucleare, situata a pochi chilometri dalla stazione. Le fotografie alle pareti ricordano i principali interventi effettuati, come all’Aquila immediatamente dopo le prime scosse di terremoto nel 2009 e nei vicini comuni del piacentino alluvionati nel 2015.

 

 

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