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Unioncamere ER: “Pil regionale in calo del 7% e aumento disoccupazione”

Prometeia ipotizza un’evoluzione progressivamente positiva della situazione. Ciò nonostante, per l’Emilia-Romagna si prevede una forte contrazione del PIL pari -7 per cento, più profonda di quella del 2009 (-6,6 per cento). In sensibile calo gli investimenti, le esportazioni perderanno il 10 per cento e solo la rigidità dei consumi ne conterrà la flessione. Saranno l’industria e le costruzioni ad accusare il colpo decisamente più duro, ma anche per i servizi la recessione sarà pesante. Si ridurranno fortemente gli occupati e aumenterà il tasso di disoccupazione che raggiungerà il massimo degli ultimi quattro anni (6,7 per cento). Una parziale ripresa dell’export e dei consumi sosterrà il rilancio nel 2021 di PIL e occupazione.

L’edizione di aprile degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, si fonda su un‘ipotesi relativamente positiva, di un periodo di blocco delle attività di circa due mesi, ritardati nel tempo tra i vari Paesi del mondo, e di una successiva parziale ripresa.

L’attesa per il 2020 è di una caduta del prodotto interno lordo regionale del 7,0 per cento, leggermente superiore a quella del 2009. La ripresa sarà solo parziale nel 2021 (+3,8 per cento), per tornare ai livelli del 2019 occorrerà aspettare il 2024. La caduta del prodotto interno lordo italiano dovrebbe risultare del 6,5 per cento nel 2020, con una ripresa del 3,3 per cento nel 2021.

Secondo le ipotesi di Prometeia nel 2020 il prodotto mondiale dovrebbe ridursi dell’1,6 per cento. In particolare, la flessione dovrebbe risultare del 2,5 negli Stati Uniti, del 5,1 nell’area dell’euro e del 5,3 in Germania, mentre la crescita dovrebbe ridursi al 3,2 in Cina.

Nel 2020 la recessione dell’Emilia-Romagna sarà determinata dal crollo degli investimenti (-13,1 per cento) e dalla caduta delle esportazioni (-9,9 per cento), nonostante una migliore tenuta dei consumi (-5,2 per cento).

Saranno l’industria (-12,8 per cento) e le costruzioni (-11,1 per cento) ad accusare il colpo più duro, ma anche nei servizi la recessione sarà pesante (-4,5 per cento).

Secondo uno studio di Unioncamere Emilia-Romagna, la recessione colpirà più duramente le aree dell’Italia settentrionale e centrale a maggior vocazione turistica, quelle a forte densità artigiana manifatturiera ma anche le economie territoriali con elevata propensione all’export.

Gli effetti dell’epidemia da coronavirus condurranno a una netta inversione della tendenza positiva sul mercato del lavoro con una lieve flessione delle forze di lavoro, una netta riduzione degli occupati (-1,4 per cento) e un deciso aumento del tasso di disoccupazione, che raggiunge il massimo degli ultimi quattro anni (6,7 per cento).

Per il 2021 è attesa una ripresa dell’occupazione e un ritorno del tasso di disoccupazione sotto il 6 per cento.

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