Partirà in questi giorni l’intervento di restauro che interesserà la facciata della cattedrale e che mira a risolvere importanti criticità evidenziate dalla caduta di materiale lapideo staccatosi in corrispondenza del quadrante superiore destro (il 6 gennaio 2024).
Tale caduta di materiale ha costretto alla parziale recinzione e delimitazione al transito sul sagrato e totale impedimento del passaggio dal portone sud.
La costruzione del Duomo di Piacenza iniziata nel 1122
Il Duomo, la cui costruzione si attesta a partire dal 1122 in varie fasi edilizie fino alla metà del XIII secolo, presenta fronti esterni caratterizzati dal largo impiego di pietra arenaria come materiale di rivestimento, una roccia sedimentaria fortemente soggetta a degrado nei cicli di gelo e disgelo e a causa degli agenti atmosferici in generale.
I restauri cosiddetti “scalabriniani” di fine ’800 hanno modificato intensamente l’aspetto della Cattedrale; a rafforzare il principio applicato nei restauri dell’epoca – cioè il ripristino e la sostituzione – era la mancanza di tecnologie o prodotti che consentissero una maggiore conservazione della materia storica, l’unica strada da percorrere si manifestava quindi nella rimozione di materiale degradato e nella sua sostituzione o invasive ri-lavorazioni. L’intervento ai fronti esterni portò alla più vasta perdita di materiale scolpito, furono sostituiti più di 30 mc di arenarie in facciata e più di 300 ml di marmo veronese sui lati longitudinali, ed utilizzate tecniche invasive di abrasione, scalpellamento, parziale demolizione delle pietre o inserimento di materiali degradabili o non compatibili come ferro ossidabile, cemento, mattoni nuovi.
Gli interventi in facciata si erano resi indispensabili per il grave assetto dei conci e per la presenza di un quadro fessurativo importante soprattutto in corrispondenza del rosone e delle gallerie colonnate.
Inoltre si optò per la rimozione di tutti gli elementi decorativi estranei all’epoca di origine della Cattedrale: vengono eliminati quindi l’orologio e ripristinati i protiri eliminando gli “orpelli” barocchi.
A seguire la facciata fu interessata nel 1975 – a seguito di ulteriori cadute di materiale – da un intervento urgente volto a eliminare le parti pericolanti e transennare il passaggio. A seguire tra il ’78 ed il ’79 vennero svolti lavori di riparazione e consolidamento del rosone e dei baldacchini.
L’intervento di restauro.
Nel mese di febbraio scorso si è provveduto ad un’ispezione ravvicinata con cestello elevatore dalla quale è emersa una situazione di degrado diffuso risultato della vulnerabilità della pietra arenaria (proveniente dalle cave di Pianello e Bobbio), combinata all’azione degli agenti atmosferici. La diocesi si è attivata quindi per l’immediato reperimento delle risorse necessarie all’intervento che complessivamente ammonta a 380.000 €.
Concorrono a copertura della somma fondi derivanti dalla firma dell’8 per mille alla chiesa cattolica e della Fondazione Opera della Cattedrale, oltre a ulteriori risorse si spera arrivino dal MIC e di sponsor privati intenzionati a custodire e a valorizzare i beni culturali della nostra città.
L’intervento si pone in continuità con quelli effettuati a partire dal 2009-2010 riguardanti i fronti sud, fino ai più recenti restauri delle absidi e della cappella del battistero sul fronte di via Vescovado.
Lo storico degli interventi eseguiti ha portato alla costituzione di un protocollo di intervento testato e verificato in cantiere grazie a numerose indagini svolte su paramenti, malte e tecniche operative. Il cantiere avrà una durata di otto mesi, e oltre agli interventi di consolidamento delle arenarie, comprenderà anche operazioni generali di pulizia dei portali.